Avellino, pronto soccorso allo stremo: Stop pazienti, inviate ambulanze altrove

Il fax dei medici del pronto soccorso di Avellino al 118: inviate ambulanze in altri ospedali

avellino pronto soccorso allo stremo stop pazienti inviate ambulanze altrove

Al pronto soccorso del Moscati di Avellino, già sotto organico, vanno via altri sei medici. L'organico di un reparto del Dea di secondo livello, fondamentale per i cittadini della provincia, manca di dieci medici

Avellino.  

Pronto soccorso del Moscati di Avellino allo stremo, i medici scrivono al 118 e chiedono di distribuire in altri ospedali i pazienti. Il reparto di soccorso di emergenza è allo stremo, con personale ridotto e disagi costanti. Lunghe ore di attesa per gli utenti in arrivo in codici arancioni e verdi per un reparto che, tra malori dovuti al caldo e ferie da smaltire del personale, si trova alle prese con una emergenza cronica, che impone l'adozione di soluzioni ad horas. I sindacati di categoria chiedono provvedimenti urgenti. I numeri degli accessi sono e restano alti, ma il personale è poco e far fronte alle emergenze diventa sempre più difficile.

Attese per ore per gli utenti

L'utenza è inferocita per attese lunghissime che si vivono nelle sale d'attesa del pronto soccorso del Moscati di Avellino.

"Il sistema sanitario regionale, x quanto riguarda l'ambito dell'emergenza urgenza, è già crollato. Dai dati in nostro possesso il Presidente De Luca, ad oggi, non sa come tenere aperti 6 PS dea di II livello. Già nei mesi scorsi, precisamente il 16 febbraio, in una audizione in V commissione, le varie organizzazioni sindacali del comparto e della Dirigenza, compreso la nostra, denunciarono una situazione prossima al collasso. In quella sede non presenzio' alcun Dirigente del dipartimento della salute regionale. Sono trascorsi 5  mesi da allora e cosa si è fatto? " Così Romina Iannuzzi e Michele Rosapane del Nursind.

"Siamo ancora l'unica regione d'Italia a non aver recepito le linee di indirizzo nazionali sui pronto soccorso, abbiamo un dca del 2018 sulla riorganizzazione della rete Ospedaliera che è rimasto inapplicato, posti letto per acuti che mancano negli ospedali nonostante siano previsti dagli atti aziendali. In questo contesto catastrofico comprendiamo la fuga dei medici urgentisti dal PS del Moscati. Ora che non si riescono a reclutare neanche più i gettonisti come si terranno aperti i PS? Ci preoccupa la chiusura della medicina d'urgenza poiché senza interventi correttivi si rischia di aggravare ancor di più il Boarding in PS.

Ad agosto si rischia il collasso

Con agosto alle porte la situazione  rischia di peggiorare ulteriormente, bisogna che la Direzione adotti degli interventi organizzativi urgenti. Ad esempio l'Area Boarding dove sostano attualmente i pazienti in attesa di ricovero andrebbe collocata esternamente al PS e dovrebbe essere gestita da Dirigenti Medici con specializzazione affine alla medicina d'urgenza. Questa sarebbe la prima cosa da fare con urgenza. Ripetiamo quello che abbiamo sostenuto il 16 febbraio scorso in V Commissione, senza programmazione e organizzazione si rischia di non poter garantire più le cure ai cittadini campani." Concludono i sindacati.

Ciampi: reparto in crisi costante

Sullo sfondo l'attacco del componente della commissione sanità del M5S Vincenzo Ciampi che dice: "Al pronto soccorso del Moscati di Avellino, già sotto organico, vanno via altri sei medici. L'organico di un reparto del Dea di secondo livello, fondamentale per i cittadini della provincia, manca di dieci medici rispetto alle linee guida del ministero della Salute che indicano il numero minimo in 24 unità.

Mancano i medici

La stampa parla di sei medici complessivi che hanno lasciato o stanno per lasciare il reparto e di continue proteste degli infermieri che contestano la gestione degli accessi all'emergenza. In un periodo di crisi come l'attuale, dovuto all'emergenza caldo, viene meno un essenziale punto di riferimento per le fasce più deboli della popolazione". Cos', in una nota, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Vincenzo Ciampi. "La crisi di sistema è colpa di chi governa la sanità in Campania da 8 anni. Pochi posti letto disponibili e incapacità di mantenere gli standard minimi di personale previsti dal ministero sono il segno distintivo dei manager scelti dal governatore - sottolinea - Gli stessi che hanno risposto 'obbedisco' alla decisione di De Luca di chiudere il pronto soccorso di Solofra, chiusura che scontiamo con il caos attuale. Tutto ciò non mi stupisce: del resto, per liste d'attesa e livelli essenziali delle prestazioni, la Campania è tra le ultime regioni del Paese. Cosa ci possiamo attendere da De Luca?".