La pandemia di Covid19 ha accelerato moltissimo lo sviluppo della tecnologia dei vaccini a mRNA, in realtà questa tecnologia però esiste almeno da 30 anni e i principi sui quali si basa sono studiati dagli anni 60. A differenza dei vaccini classici dove si inocula un virus o una parte di esso la tecnologia a mRNA prevede l’uso di istruzioni genetiche che servono per addestrare il nostro sistema immunitario a combattere contro un patogeno specifico.
Questi vaccini non sono preventivi ma terapeutici, cioè promettono di curare il cancro. La Fda americana ne ha già approvato uno contro alcuni tipi di melanoma. E non c'entrano nulla con la terapia genica .
"Dopo essere stata la migliore arma contro la pandemia da Covid-19, la tecnologia basata sull'Rna messaggero potrebbe portare in pochi anni a una svolta nella lotta contro i tumori.Una nuova speranza" - come spiega il professore Cesare Gridelli primario del reparto di oncologia del Moscati di Avellino ospite di Punto di Vista curata dal direttore Pierluigi Melillo.
"Uno studio di Fase II, che ha sperimentato l'utilizzo di un vaccino mRNA di Moderna (denominato al momento mRNA-4157/V940) in combinazione con il farmaco immunoterapico pembrolizumab su 157 pazienti con melanoma allo stadio 3 o 4 già sottoposti a interventi chirurgici, ha dimostrato infatti di ridurre sensibilmente la recidiva, del 44% rispetto alla sola immunoterapia - spiega l'esperto -".
Se verranno confermati, i risultati rappresenteranno "un'importante notizia anche contro tutti gli altri tumori", spiega il professore Gridelli.
Infatti, spiega l'esperto, a differenza dei vaccini utilizzati contro il Covid, uguali per tutti, questo "innovativo trattamento" si basa su "terapie personalizzate".Il principio, spiega Gridelli, è "lo stesso anche per gli altri tumori, proprio perché si lavora sulla personalizzazione del trattamento". Ecco perché se i risultati sul melanoma saranno confermati sarà una buona notizia anche per tutti i pazienti oncologici. Lo studio di Fase III, che sperimenterà la nuova terapia su un numero più alto di pazienti, partirà nel 2023 e valuterà i suoi effetti anche su altri tipi di tumori. Per avere i risultati definitivi servirà qualche anno: Insomma entro il 2030 si potrebbe avere la tanto desiderata svolta.
Ma intanto in Campaia sono altissimi i dati di tumori accertati. "Una cosa è certa – spiega Gridelli -, paghiamo il prezzo di avere un record assoluto di fumatori di sigarette, ad esempio. Senza contare che la prevenzione, che è fondamentale, è stata fortemente rallentata in questi anni di pandemia". Tumori al colon, mammella e polmone i tre killer che continuano a mietere vittime, complice il rallentamento delle strategie di prevenzione.