Retatrutide (RETA) è un triplice agonista del recettore di GIP, del glucagone e del GLP-1. Il suo impiego è associato ad una riduzione del peso e dell’emoglobina glicosilata (HbA1c) nelle persone affette da obesità e da diabete di tipo 2.
Non ci sono ancora dati cardiovascolari. Per comprendere il rischio cardiovascolare si possono utilizzare i biomarcatori dell’infiammazione, quali la proteina C reattiva di alta sensibilità (CRPus) e l’interleukina-6 (IL-6) associate ad un aumentato rischio cardiovascolare. I dati dei partecipanti adulti a 2 studi di fase 2 di RETA sono stati inclusi: Lo studio 1 (OB) includente dei partecipanti affetti da sovrappeso o obesità, senza diabete di tipo 2 (DT2) trattati con RETA versus placebo; e lo studio 2 (DT2) includente dei partecipanti affetti da diabete di tipo 2 (DT2) e con un indice di massa corporea (BMI) 25-50 kg/m2 trattati con RETA o PBO e delaglutide. Si è provveduto alla misura di adiponectina, di leptina, di CRPus, di IL-6 e di TNF-alfa.
La somministrazione di RETA ha ridotto il tasso di CRPus del 31% (RETA 1 mg) fino al 55% (RETA 8 mg) nello studio 1, e del 24% (RETA 0,5 mg) fino al 41% (RETA 12 mg) nello studio 2. RETA ha nello stesso tempo ridotto i livelli di IL-6 e di leptina, aumentando invece il tasso di adiponectina. In conclusione la somministrazione di RETA ha fortemente ridotto i tassi di CRPus e di IL-6 nei partecipanti obesi o in sovrappeso, e lo stesso si è verificato nei diabetici di tipo 2 (DT2). Si tratta pertanto di una notevole riduzione del rischio cardiovascolare.
L'autore è Medico - Endocrinologo