Il body shaming o derisione del corpo è l'atto di deridere e/o discriminare una persona per il suo aspetto fisico. Quasi qualsiasi caratteristica fisica umana può essere presa di mira: l'adiposità o la magrezza, la statura, la presenza, l'assenza o la cura della peluria corporea, il colore dei capelli, la calvizie e l'acconciatura, la forma e le dimensioni del pene, del seno, del bacino o del sedere, la muscolatura, la presenza o meno di tatuaggi o piercing, o anche malattie e disturbi considerati antiestetici come l'acne e la psoriasi.
Il corpo della vittima è al contrario considerato anormale, nonostante sia in genere più simile a quello della maggioranza della popolazione rispetto al modello estetico, e la vittima viene colpevolizzata e indotta alla vergogna, riducendone l'autostima e conducendola potenzialmente a problemi come disturbi alimentari, ansia, depressione e, in casi estremi, al suicidio.
La derisione del corpo può colpire entrambi i sessi: gli uomini sono spesso soggetti a discriminazioni per le dimensioni del pene e la muscolatura, le donne per le dimensioni e la forma di seni, fianchi e natiche. Sono particolarmente soggetti al body shaming gli adolescenti, a causa della ricerca di accettazione sociale e dei cambiamenti fisici legati all'età, e le donne in post-parto. Il body shaming può essere aggravato dalla diffusione di modelli estetici nei mass media e nei social media e può sfociare in forme di bullismo e cyberbullismo.
Fenomeno di grande importanza e rapida diffusione che sta mettendo a dura prova la vita sociale di tanti giovani ma anche fasce più adulte o deboli, spingendo gli stessi a commettere atti involontari o all'isolamento sociale. Diffuso in ogni dove, ma soprattutto ultimamente in ambito lavorativo, e utilizzato ai fini discriminatori.