Anche la primavera può attendere per l'ultimo saluto al medico della gente, Angelo Frieri. Anche la natura si è fermata per rendere omaggio al professionista della sanità irpina che ha passato una vita nell'ospedale di frontiera di Sant'Angelo dei Lombardi.
Arriva tra la neve scandito dalle sirene delle ambulanze il feretro di Angelo Frieri. Un giro intorno all’ospedale Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi, a simulare un abbraccio tra lacrime e applausi. C'è un silenzio surreale, un paesaggio candido fiabesco che stride col dolore di queste ore. E’ l’ultimo saluto dell’Irpinia al galantuomo della sanità. Un giorno di profondo dolore per le aree interne.
In lacrime, visibilmente provata Maria Morgante, direttore generale dell’Asl di Avellino davanti al Criscuoli, il cui desiderio ora è quello di intitolarlo anche ad Angelo Frieri.
Ci sono medici, infermieri e gente comune accanto ai familiari affranti dal dolore. Salma benedetta dal cappellano dell'ospedale prima di raggiungere la cattedrale santangiolese, luogo che abbiamo preferito lasciare all'intimità dei familiari. Il nostro delicato lavoro si misura anche e soprattutto in questi momenti di profondo dolore. E Angelo Frieri ci ha insegnato anche questo.
La neve attutisce il grido di dolore straziante e il silenzio di una mattinata quasi surreale restituisce una speranza: Frieri non è morto. Frieri vivrà in chi ha ricevuto i suoi organi e grazie al gesto nobile del direttore sanitario ha una chance di vita in più.