Pochi agenti, servizi carenti e detenuti che oziano in carcere

L'analisi di Giovanna Perna responsabile regionale osservatorio carceri, unione camere penali

La carenza rilevante attiene soprattutto alle attività trattamentali, ma rispetto a Bellizzi si vive meglio...

Ariano Irpino.  

La tre giorni di ferragosto in carcere, l'iniziativa promossa dal partito radicale ha fatto tappa stamane nel penitenziario di Ariano Irpino. In campo, l'osservatorio carceri, dell'unione camere penali italiane. Un tema mai come in questo momento assai rovente. Le criticità sono notevolissime.

La struttura arianese dedicata all'agente Pasquale Campanello, presenta una serie di problematiche notevoli, sotto il profilo strutturale. Vi è un nuovo padiglione, che si è certamente in condizioni migliori, ma il vecchio edificio risulta allo stato attuale fatiscente e ad alto rischio. Vi è una necessità di reperire fondi con la massima urgenza, per mettere in sicurezza la struttura.

Presenti alla visita in carcere ad Ariano, Giovanna Perna responsabile regionale dell'osservatorio carceri, unione camere penali, Carlo Mele, garante dei detenuti, il consigliere regionale Francesco Todisco. A fare gli onori di casa il direttore della casa circondariale arianese Maria Rosaria Casaburo.

"Un primo dato positivo da sottolineare e la sensibilità, dimostrata dal consigliere regionale Todisco, tra l'altro in una calda domenica di sole - afferma Giovanna Perna - il quale ha subito accolto favorevolmente il nostro invito. Quello di Ariano Irpino, è un istituto, che ripeto presenta carenze, non solo strutturali ma legate probabilmente anche alla logistica. Vi è anche una difficoltà enorme, da parte dei familiari, di raggiungere la struttura per effettuare colloqui. Rispetto a Bellizzi, qui vi è una situazione un pò più ottimale. Si percepisce lo sforzo enorme di chi opera all'interno per fa si che la struttura possa funzionare al meglio, con i pochissimi strumenti a disposizione. Abbiamo trovato sezioni vivibili per certi aspetti, c'è stata una grande disponibilità da parte della direttrice, una donna dotata di determinazione ed esperienza, maturata sul campo. Una persona piena di buona volontà.

Un carcere che ha indubbiamente delle grosse potenzialità. Attualmente ospita 338 detenuti a fronte di una capienza massima di 270, il numero esatto di pianta organica. Quindi il sovraffollamento, diciamo che è netto. La carenza rilevante attiene soprattutto alle attività trattamentali.

Gli spazi esistenti non sono adibiti ad alcuna attività del genere. Alla domanda da me rivolta, ai detenuti, su come trascorrono le giornate, la maggior parte ha risposto: oziando. Non è questa la funzione della pena. Essa deve avere una finalità rieducativa. Le attività trattamentali, sono di fondamentale importanza. Da qui un appello che intendo rivolgere ai politici, al capo dipartimento della Polizia Penitenziaria, affinchè questo istituto, possa essere dotato degli strumento necessari per condurre una carcerazione, degna rispetto alle norme del nostro legislatore e nel rispetto dei principi costituzionale.

Vi è poi una ulteriore criticità molto grave, che è quella sanitaria. Come a Bellizzi Irpino, anche ad Ariano, vi è il problema psichiatrico. Non abbiamo figure di specialisti. Vi è solo il dentista, il dermatologo, il cardiologo di tanto in tanto. Ma il motore fondamentale è rappresentato proprio dallo psichiatra. Mancanza che crea gravi e inevitabili disservizi. Purtroppo le malattie all'interno del carcere si amplificano, la consulenza psichiatrica è necessaria e fondamentale sin dal primo accesso. La mancanza quindi di una figura che costantemente, possa monitorare le patologie dei detenuti che hanno necessità di somministrazione di farmaci specialistici, incide negativamente sul corretto funzionamento dell'istituto e sulla serenità di tutti. L'infermeria allo stato attuale, versa in condizioni pietose, sembra un deposito ed è davvero irrispettoso, per chi vi operae  per gli stessi detenuti. 

Tra l'altro - afferma ancora Perna - qui si ricorda una grave rivolta interna e da ultimo l'episodio del detenuto rimasto ustionato, dopo aver bruciato la sua cella. Ultimo aspetto, di non poco conto, la struttura  disposta su quattro piani, con una sezione appunto su ogni piano, è dotata di un ascensore che ironia della sorte, non funziona, in quanto incompatibile con l'impianto. Ciò significa, che per somministrare ad esempio gli alimenti, bisogna fare questi 4 piani a piedi, tra non poche difficoltà. Immaginate anche chi alloggia all'ultimo piano, in che condizioni riceve il cibo. Cose all'italiana, si apre un padiglione e non ci si accorge che l'ascensore non è a norma."