San Sabino, l’appello di don Enzo

Il “dies natalis” del 9 febbraio è vicino ed il comitato non si è ricostituito

Atripalda.  

Manca meno di un mese al 9 febbraio, “dies natalis” di San Sabino, patrono di Atripalda, e il comitato festa ancora non si è ricostituito. Sono ormai passati otto mesi da quando l’ex coordinatore Giovanni D’Agostino presentò le dimissioni e nonostante i vari appelli del parroco don Enzo De Stefano nessuno si è fatto avanti per sostituirlo. La concelebrazione con il vescovo di Avellino, la solenne processione per le principali strade, i fuochi pirotecnici e la banda musicale sono gli elementi essenziali del programma di febbraio, oltre, ovviamente, ai tradizionali falò in tutta la città. A settembre scorso, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Sabino che discendono dalla solenne ricognizione delle reliquie effettuata nel 1612, fu fatta di necessità virtù: il programma religioso fu curato dalla Parrocchia e quello civile dall’Amministrazione comunale.

Il risultato, tutto sommato, non fu negativo, anzi, almeno in termini di presenze la festa si rivelò un successo e alcune iniziative, come la collocazione della statua del patrono in via Tufara, ad opera del dott. Sabino Aquino, risultarono particolarmente apprezzate. Tuttavia, l’esigenza di programmare per tempo gli eventi sia religiosi che civili resta forte e di qui un nuovo appello del parroco. Domenica mattina, don Enzo De Stefano, dall’altare della chiesa madre ha esortato i cittadini atripaldesi a farsi avanti per tentare di ricostituire il comitato festa. Don Enzo, dall’altare ha lanciato un appello? «Il comitato festa non si è più ricostituito dal mese di maggio dello scorso anno ed ho avvertito l’esigenza di rinnovare l’invito ai fedeli a farsi avanti».

Ma nessuno si è ancora proposto? «Finora no. Dopo i festeggiamenti di settembre scorso il discorso non è stato più aperto da nessuno». Quali sono i prossimi impegni? «La festa di febbraio in onore di San Sabino è ormai prossima e, dunque, è auspicabile che venga formato un nuovo comitato. Per la verità, gli impegni non sono molto gravosi e potrei occuparmene io senza alcun problema, ma sarebbe opportuno già cominciare a programmare la festa di settembre, che, invece, è molto più impegnativa». Ma l’esperimento di settembre scorso potrebbe essere riproposto?

«Per quanto mi riguarda si può ripetere, nel senso che il Comune si potrebbe occupare della festività civile e la Parrocchia di quella religiosa, come avviene in tante altre realtà. Bisognerebbero, però, anche in questo caso muoversi con un certo anticipo, sia per evitare sovrapposizioni, sia equivoci» Per esempio? «E’ capitato che l’Amministrazione comunale prima confermasse il solito contributo di 2.300 euro e poi decidesse di ridurlo a 500 euro perché aveva affrontato le spese del programma civile. La Parrocchia, però, ha finito col rimetterci oltre 1.500 euro di spese sostenute perché convinta che fossero coperte dal contributo comunale ed, invece, così non è stato. Ricostituire il comitato festa sarebbe la soluzione migliore per tutti, ma anche una precisa divisione di ruoli fra Comune e Parroccha mi troverebbe d’accordo».

Gianluca Roccasecca