Antonio Candreva ha rotto il suo lungo silenzio dopo l'addio alla Salernitana. Dopo quasi una stagione vissuta lontana dai riflettori, il numero 87 ha ufficializzato il suo addio al calcio. "Sulla mia scelta è stata decisiva l’assenza di un progetto che potesse coinvolgermi - le parole a Radiosei -. Sono soddisfatto di quello che ho fatto fino a 38 anni, anno in più anno meno, questo non cambia le cose e la mia carriera. Ora la mia intenzione è quella di restare nel mondo del calcio. E’ stata la mia vita, ora devo scegliere bene cosa ho intenzione di fare, quale può essere il mio ruolo. Mi piacerebbe fare tantissimo l’allenatore, ma è un mestiere complicatissimo. Un tecnico deve pensare a mettere insieme 25 teste che pensano a se stessi. Anche allenare i giovani può essere una cosa interessante, può essere un punto di partenza. Un po’ come Inzaghi? L’ho vissuto quando allenava nel settore giovanile della Lazio ed ha sempre vinto. Ha fatto un percorso giusto, ora è un grande allenatore".
Su Dia e Tchaouna fa due precisazioni: "Sono due bravissimi ragazzi. Dia nel primo anno di Salerno è stato fantastico, poi sono accadute delle cose con società e procuratori che lo hanno penalizzato. Parliamo di un giocatore forte, è stato anche fortunato ad essere preso da una squadra come la Lazio. Tchaouna è giovane ed interessante. Deve capire bene quale sia il suo ruolo, ancora oggi non ha una collocazione precisa per imporsi".