Salernitana, Sacchi: "Cambio in panchina? L'errore o è prima o è dopo"

L'ex ct ha preso parte ad un evento su innovazione e intelligenza collettiva

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Salerno.  

“Ho visto poco la Salernitana, c'era Sousa che io consideravo un ottimo allenatore. Spero che lo sia anche Inzaghi, è un ragazzo che si impegna molto ma i due profili sono molto diversi. Quindi o ha sbagliato prima o dopo”. Così Arrigo Sacchi, ex ct della Nazionale italiana di calcio, ha parlato del momento attraversato dalla Salernitana. Lo storico allenatore ha preso parte ad un workshop dedicato all'innovazione e all'intelligenza collettiva. “Il calcio italiano è difficile nei cambiamenti ma non solo il calcio perché il calcio è il riflesso della storia e della cultura di un Paese. Questo è un Paese che sta vivendo una crisi economica, culturale e morale, in recessione, con scarsa progettualità che confida nel singolo, nello straniero per rimediare ad una povertà complessiva di idee. Il calcio è stato immaginato dai padri fondatori come uno sport offensiva e di squadra, noi l'abbiamo tramutato in uno sport difensivo e individuale”.

L'evento, promosso dal gruppo Iovine, è stato l'occasione per creare connessioni tra lo sport e l'attività economica, soffermandosi sulle idee che Sacchi ha portato nelle sue aziende. “Noi pensavamo di portare le idee di Sacchi in azienda, facendo una traslazione”, ha detto Luca Iovine. “In realtà lui ci ha spiegato che ha portato le idee delle aziende nelle sue squadre. Quindi l'intuizione di abbinare i due mondi è giusta, perché si fondano entrambi sul concetto di intelligenza collettiva, che è la capacità di lavorare per se ma considerando il gruppo al di sopra di sé. E questo nel lungo periodo porta vantaggi maggiori che lavorare senza l'ottica del gruppo al quale appartieni”.