Esattamente due settimane fa, quando era ancora alla guida della Salernitana, aveva fatto tappa a Ravello per trascorrere una giornata di relax. Un luogo che ha letteralmente rapito Paulo Sousa, tornato oggi in Costiera Amalfitana - nonostante l'esonero - per mantenere quella parola che aveva dato a tanti piccoli tifosi della provincia. L'ex allenatore del cavalluccio marino, dopo essere rientrato in Portogallo, è tornato nella città della musica dove ha incontrato i bambini di Ravello e Scala presso l'ex sala Frau.
Un momento, quello organizzato dal vicesindaco di Ravello, Gianluca Mansi, dedicato prevalentemente ai valori dello sport e che ha permesso a Sousa di raccontare aneddoti della sua vita privata e della sua carriera da calciatore prima e da allenatore poi.
Parole che hanno appassionato la platea, composta prevalentemente da piccoli sportivi che sognano, magari, di ripercorrere le orme del portoghese. «Sono molto legato alle persone che trasmettono bellezza umana», ha detto l'ex tecnico della Salernitana che ha speso parole di elogio per la gente di Salerno ed il tifo granata. «Ho sempre visto una forza umana rappresentata dalla presenza dei nostri tifosi in tutti gli stadi», il pensiero del portoghese che ha ribadito di aver accettato la sfida granata per il progetto importante nel quale ha sempre creduto.
Menzione speciale, poi, per la scenografia organizzata dalla Curva Sud Siberiano prima di Salernitana-Inter, uno spettacolo che «dimostra la grandezza della tifoseria granata, di come vivono la passione e di come la vogliono trasmettere». Un qualcosa che «rende ancora più magico quello che ho vissuto».
Rispondendo, poi, alle domande dei piccoli tifosi, Sousa ha raccontato della difficoltà di spostarsi in Paesi diversi per esercitare il lavoro di allenatore o di calciatore. «Non è semplice, soprattutto con famglia e figli ma ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi segue e mi capisce», ha detto l'ex allenatore della Salernitana che, poi, ha ribadito di aver sempre avuto un grande rispetto per chi lo ha cercato in carriera e di essere sempre andato a confrontarsi, salvo poi prendere la decisione che riteneva più giusta.