Ventura: «Meritavamo la vittoria, dispiace per il pari»

Il tecnico: «Facciamo fatica a far gol perché non abbiamo mai avuto la rosa al completo»

Salerno.  

«Rispetto al Frosinone c’è un rammarico maggiore. L’altra volta avevo detto che sarebbe stato meglio che non succedesse ma che un po’ ce l’eravamo cercato smettendo di giocare. Lo avevo accettato. Oggi faccio un po’ più di fatica perché, pur essendo di gran lunga più in emergenza, abbiamo fatto una partita che secondo me avremmo meritato di vincere». Mastica amaro Gian Piero Ventura, tecnico della Salernitana, per il pari strappato all’Arechi dal Perugia nei minuti finali. «Nel primo tempo abbiamo concesso una sola palla pericolosa, poi niente più – ha detto il tecnico ligure ai microfoni di Ottochannel -. Abbiamo avuto anche la possibilità per chiudere la gara. Sul piano dell’impegno, della disponibilità, della capacità di saper leggere delle situazioni, abbiamo fatto fare un passo avanti, per questo sarebbe stato meritato vincere. Sono un po’ più rammaricato rispetto al Frosinone. Al 93’ di entrambe le partite avevamo quattro punti in più e una classifica straordinaria. Ma faccio comunque i complimenti a questo gruppo».

Anche con il Perugia, però, i granata sono riusciti a sbloccarsi soltanto su calcio di rigore. «Se facciamo fatica e siamo terzi in classifica è un campanello d’allarme moderato. Se invece vogliamo analizzare nell’insieme è evidente che abbiamo un po’ di difficoltà perché non abbiamo mai avuto la rosa al completo e questa non è una giustificazione. Il Perugia aveva in panchina Falcinelli e Melchiorri che venivano dalla serie A, questo significa avere in rosa una qualità alta. Quando ci siamo tutti possiamo fare meglio, perché potremmo far rifiatare qualcuno. Billong non ha fatto un minuto, Lombardi ha giocato trenta minuti, Akpa Akpro era alla seconda partita. È evidente che un po’ lo stiamo pagando, non è una giustificazione perché vogliamo fare sempre meglio ma dobbiamo farlo piano piano». Martedì sera a Pisa sarà sfida da ex per Ventura: «Torno a casa, dove mi hanno voluto bene, dove mi vogliono ancora bene ma spero di non fare la stessa fine di Venezia».