Dimissioni, passo indietro di Aliberti.
Il sindaco di Scafati avrebbe deciso per un dietrofront a una sola condizione: basta fango su di lui e sulla sua famiglia, sì al confronto per lo sviluppo della città. Il tutto, alla vigilia di quello che si prospetta come il consiglio comunale più difficile del suo secondo mandato. «Ho avviato questo contenzioso con l’ente perché sono stato portato all’esasperazione da un clima di caccia all’uomo creato dall’opposizione dopo l’apertura di questa inchiesta giudiziaria che, voglio ribadire, mi vede indagato e non condannato», ha spiegato Aliberti.
Aliberti sarebbe tornato sui suoi passi negli ultimi giorni, perché lasciare la città “a metà” non gli piacerebbe. «Io voglio confrontarmi sui problemi della comunità, voglio discutere su quello che c’è da fare veramente per il bene degli scafatesi», ha sottolineato. «Qui da settembre, invece, non si fa altro che generare un clima di odio contro di me e la mia famiglia. Non voglio sopportare tutto questo e così ho deciso di portare avanti il contenzioso, che, comunque, resta un mio diritto». Il primo cittadino di Scafati, da politico navigato, sa però che buttarsi a capofitto in un’altra campagna elettorale è un’arma a doppio taglio: da un lato dà vita a un nuovo entusiasmo, ma comunque resta un salto nel vuoto che tuttavia può ancora essere considerato un azzardo viste le vicende attuali.
Redazione Sa