Dopo essere stato parte integrante della minoranza Dem in contrapposizione con il renzismo dilagante, Alfredo D’Attorre lascia completamente il campo. Addio al Pd, con la nuova legge di Stabilità e il taglio della Tasi anche ai ricchi e l’aumento del contante, che sono stati la botta finale.
Passo d’addio per quello che un tempo era il pupillo del governatore De Luca. L’alter ego dell’ex sindaco di Salerno durante la sua ascesa politica con D’Attorre rampante dirigente diessino alla guida della segreteria provinciale salernitana. Una sinergia durata fino al 2008 quando i rapporti s’incrinarono con l’allora primo cittadino che tenne fuori, secondo le ipotesi dell’epoca, il segretario dem dalla corsa alle politiche.
Un esilio da Salerno, con il rifugio in Calabria da dove è ripartita la corsa di D’Attorre. Rispolverato da Bersani, recuperandolo prima come commissario dem in Calabria, e poi come responsabile Riforme della segreteria Epifani. Fino ad arrivare all’elezione a Montecitorio. E adesso un nuovo esilio all’orizzonte.
Redazione