Parità di genere, l'esempio della sindaca di Gioi un segnale di speranza

Incontro-confronto su Donne e Sud. Bilotti: "Avanti insieme per superare i divari"

parita di genere l esempio della sindaca di gioi un segnale di speranza
Gioi.  

«No, l'Italia non è un Paese per donne. E certo la colpa non è solo degli uomini, perché in politica ci sono anche tante donne, si tratta di un problema culturale nazionale. Il punto è che nel nostro Paese esistono i club, un po' in tutti i settori, e nella maggior parte dei casi sono formati da uomini. Per me, affrontare il tema della parità di genere significa parlare di parità di opportunità, ossia dare alle bambine le stesse possibilità di partenza che vengono date ai bambini. Come? Partendo da poche e semplici cose. Nel mio piccolissimo comune, per esempio, ho promosso un campo scuola per bambini fino a 12 anni. Avremmo forse potuto farne a meno, visti i pochi fondi avuti dallo Stato, ma non è così. Perché, grazie al campo scuola, abbiamo la possibilità di tenere insieme ben 54 bambini e bambine per 5 settimane e di fornire a ciascuno le stesse informazioni e conoscenze. Altro esempio? Il progetto di realizzare un micro-nido, qui, dove abbiamo le pluriclassi e rischiamo di dover chiudere la scuola. Credo che anche così si tutelino le donne e si guardi al futuro con fiducia e speranza, combattendo lo spopolamento». Sono alcuni passaggi, forti e siginificativi, dell'intervento di Maria Teresa Scarpa, sindaca di Gioi, comune di poco più di mille abitanti dell'entroterra cilentano, tra i relatori dell'incontro su Donne e Sud, promosso dalla deputata Anna Bilotti (M5S) nell'ambito dell'iniziativa “Il Sud chiama! Rispondi?”. Un intervento, quello della sindaca, molto apprezzato dagli altri partecipanti, a cominciare dalla sottosegretaria al Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, Dalila Nesci, e dalla presidente dell'Associazione Manden di Salerno, Grazia Biondi.

«È la dimostrazione che il cammino da fare è ancora lungo ma che la strada intrapresa per battere il gender gap è quella giusta – ha affermato Dalila Nesci – E i tanti strumenti messi in campo, oltre alle numerose risorse a disposizione, possono segnare davvero una svolta nel contrasto al divario di genere e territoriale, soprattutto al Sud. Penso che le questioni principali su cui incentrare la riflessione sociale e l'azione politica siano la parità salariale, le agevolazioni per l'imprenditoria femminile e l'implementazione delle misure di welfare esistenti in modo da facilitare la conciliazione della vita professionale e familiare – ha sottolineato la sottosegretaria – Il tema della parità salariale è all'esame del Parlamento: l'obiettivo è neutralizzare i fenomeni di discriminazione, anche quella indiretta. Con la Legge di Bilancio 2021 abbiamo già previsto: il Fondo per il sostegno della parità salariale di genere, il Fondo a sostegno dell'impresa femminile e il rifinanziamento dell'iniziativa “Donne in campo”. Poi, ci sono tutte le azioni previste nel Pnrr. Una, importante, è proprio quella dedicata al “Piano per asili nido e scuole dell'infanzia”. Per questo investimento sono previsti 4,60 miliardi: servono a costruire, riqualificare e mettere in sicurezza gli asili e le scuole dell'infanzia per migliorare l'offerta educativa e offrire un concreto aiuto alle famiglie».

Accorata la denuncia-appello di Grazia Biondi, presidente dell'Associazione Manden, sul tema della violenza: «Purtroppo, in tanti anni di impegno su questo fronte, sono arrivata alla conclusione che la violenza, fisica e psicologica, non si sconfigge se non si affronta anche il grave tema della violenza economica, vale a dire il problema dell'inserimento delle donne nel circuito lavorativo – ha sottolineato Grazia Biondi – Le donne impossibilitate ad avere un'autonomia economica sono molto più esposte. E teniamo conto che spesso, soprattutto al Sud, le donne vengono “usate” dai loro aguzzini anche come prestanome per operazioni economiche poco chiare che le espongono a rischi enormi e a procedimenti giudiziari, con l'impossibilità poi di essere inserite in circuiti lavorativi o imprenditoriali. Questa catena va assolutamente spezzata, altrimenti gli investimenti fatti per il recupero dell'identità post violenza, rimane lettera morta».

«L'incontro sul tema Donne e Sud ha dimostrato quali e quante siano le problematiche aperte su questo fronte ma anche quanto sia importante confrontarsi a vari livelli – ha affermato la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Bilotti – Raccoglieremo le sollecitazioni giunte anche da altri partecipanti per sottoporle ai rappresentanti istituzionali e non solo, pronti ad organizzare ulteriori confronti e approfondimenti. Il tema è fondamentale per il Paese e in particolare per il nostro Mezzogiorno e non dobbiamo lasciare nulla di intentato per superare le diseguaglianze».