Una vicenda "intricata". Così la definisce Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di "Salerno di tutti". Il riferimento è alla fibra ottica che si sta installando in diverse città e, fra queste, anche Salerno. "Al di là dei disagi lamentati dai cittadini per la frammentarietà e l’“approssimazione” dei lavori in corso: Oper Fiber - argomenta l'esponente di opposizione - non ha manodopera ed appalta i lavori ad una ditta che subappalta a sua volta le opere. Probabilmente il subappalto è ulteriormente frazionato: una ditta provvede allo scavo, operai di un’altra ditta posano le tubazioni che dovranno contenere le fibre ottiche, un’altra ditta ancora ripristina il manto d’asfalto che è stato rimosso. E non finisce qui: alla fine entrano in azione anche i lavoratori della Sirti spa (oggi proprietà di Pillarstone, un fondo di investimenti privati inglese), che introducono nei tubi appena posati le sottili fibre ottiche, collegandole alle “centraline” di controllo del flusso di informazioni che transiteranno per la rete. La stessa Sirti spa ha lavorato e lavora contemporaneamente per Tim + Fastweb introducendo nei cavi dell’ex-Sip altre fibre ottiche: i numeri civici dei nostri palazzi quindi saranno serviti da due reti diverse che hanno la stessa funzione e la stessa tecnologia Ftth (Fiber To The Home). Wind e Vodafone utilizzeranno le “fibre” di Open Fiber, Tim e Fastweb le “fibre” di TIM/Telecom".
Di qui la definizione di vicenda "intricata" utilizzata da Lambiase, che aggiunge: "Open Fiber (società di fatto dello Stato Italiano), spende centinaia di milioni di euro (soldi pubblici) per realizzare il raddoppio della rete di fibre ottiche in quartieri già serviti, in competizione e quindi in concorrenza con la ditta privata Tim, probabilmente lasciando scoperte migliaia di abitazioni prive di collegamenti. Quali saranno i vantaggi che i cittadini riceveranno da un “investimento pubblico” così ambiguo? Che l’operazione Open Fiber sia “discutibile”, lo conferma anche l’intervista al Corriere della Sera di febbraio 2019 ad Alberto Calcagno, AD di Fastweb (socio Tim). Calcagno propone un accordo tra Tim ed Open Fiber per evitare di sprecare risorse. Deve partire la “collaborazione tra Tim ed Open Fiber per dividere le spese di realizzazione della rete. Una linea di condotta che permetterebbe di abbattere i costi di sviluppo della rete del 50% evitando di dover raddoppiare i cantieri. Un modo razionale… per ridurre… gli altissimi costi necessari per digitalizzare l’Italia”. Ci voleva Calcagno, amministratore delegato di una ditta privata - accusa Lambiase - per capire che spreco di danaro pubblico comporta questa balorda impresa? Possibile che nessuna forza politica, di governo o di opposizione, ha fornito o richiesto chiarimenti su questa particolare vicenda nazionale?".
L'attenzione torna poi su Salerno: "Come sta affrontando l’amministrazione comunale il problema? Il Comune ha rilasciato ad Open Fiber le autorizzazioni per la posa in opera delle fibre ottiche, preoccupandosi di avere perlomeno in cambio il collegamento gratis in fibra per gli uffici comunali. Open Fiber proprio ieri era in azione posando tubazioni con operai (non suoi) nei pressi del palazzo di città. Il paradosso è che gli uffici comunali già usufruiscono del collegamento digitale in fibra ottica. Si servono dei servizi di Fastweb/Tim, a cui pagano profumate fatture, in base ad un contratto triennale, che scadrà il 2021. L’ultimo parziale pagamento del 30 aprile 2019 ammonta a circa 100mila euro. Fino ad allora - si chiede in conclusione il consigliere di opposizione - le nuove fibre posate da Open Fiber saranno inutili?".