"La legge consente, e la democrazia impone, la partecipazione dei cittadini alla vita delle Istituzioni. Lo nega invece il Comune di Salerno, che non ha adottato i regolamenti attuativi ed ha mortificato gli istituti per la partecipazione e per il controllo popolare, violando la legge e il proprio stesso Statuto, mortificando la volontà popolare".
Così l'avvocato Antonio Cammarota, insieme a Rosario Peduto e all'avvocato Assunta Di Marco, ha iniziato l'incontro stampa dedicato alla "città della partecipazione", da contrapporre alla città del potere e del pensiero unico, architrave della questione meridionale. "Il Potere teme ciò che non controlla, non consente il libero pensiero, soffre la partecipazione.E la città muore, perché muore il confronto, l’interesse generale, la volontà di un comune destino. E’ la questione meridionale. Il familismo amorale, la comunità di interessi, la fede verso il capo".
"Un disegno preciso, che va smascherato, con la mobilitazione popolare", tuona Cammarota, "e oggi è possibile. Oggi la gente chiede partecipazione, trasparenza, giustizia. Ed allora, “giù la maschera”".
Dunque, vanno attuati gli istituti di popolare, per cui sarà una lettera aperta al Prefetto e una raccolta firme: "subito i referendum,e le Consulte, le circoscrizioni pubbliche, istituzionali ed elettive invece dei comitati privati degli amici del potere, e soprattutto la diretta televisiva", insiste Cammarota, "non solo del consiglio ma anche delle commissioni, della conferenza dei capigruppo, e delle gare d'appalto".
Cammarota ha infine definito gravissima la mancata istituzione del difensore civico, l'arbiter civitatis, impedendo le tutele di legge ai cittadini, che La Nostra Libertà cerca insieme a tanti di colmare: "dal 2007 offriamo consulenze e tutele gratuite, lo abbiamo fatto per la Soget, le Banche, continueremo a farlo come per i risarcimenti del danno causati dal colpevole dissesto delle strade di Salerno".
S.B.