Provinciali, dal Comune poker di pretendenti

Doppia strategia in base ai risultati del referendum, pronte due coppie di candidati

Nell’attesa anche Ventura e il neo consigliere Pessolano, le prime scelte bloccano le loro aspirazioni

Salerno.  

E’ inutile negarlo, il risultato del referendum del 4 dicembre condizioneranno le Provinciali del prossimo 8 gennaio in base all’affermazione del Si o del No, dal Comune di Salerno è stata preparata una differente strategia. Già, perché dalla vittoria di uno o dell’altro fronte dipenderanno le sorti delle Province, con Palazzo Guerra che vuole regolarsi di conseguenza. In caso di vittoria del No, l’ulteriore depotenziamento delle Province non dovrebbe essere attuato. Insomma, la diminutio politica non sarebbe ancora più rimarcata.

In questo caso la strategia da Palazzo Guerra è quella di presentare la coppia composta dall’ex assessore Ermanno Guerra e Pakj Memoli di Campania Libera. Coppia tosta e pronta a vendere cara la pelle, dicono dai meandri di Palazzo Guerra. Anche perché la maggioranza di centrosinistra non sarebbe così certa come due anni fa. In caso contrario, con una vittoria del Si, si passerebbe a quello che in teoria sarebbe il progressivo smantellamento delle Province. In questo caso, visto che le elezioni sono già indette, i traghettatori dal Comune di Salerno sarebbero Luca Sorrentino e Nico Mazzeo.

Non ci sarebbe, al momento, il fedelissimo di De Luca. Uno dei più anziani del Consiglio comunale, che pure sarebbe stato disponibile a ricoprire il ruolo. Anche lui una sicura garanzia, con la guerra d’indipendenza di Mimmo Ventura che non ha, però, gravato sulle decisioni già prese. Resta nell’attesa, invece, il neo consigliere Donato Pessolano che aveva avanzato la propria personale candidatura. A bloccare la scelta sul capogruppo di Salerno per i Giovani, però, sarebbe la sua condizione di neofita nel Consiglio comunale. Già, perché nella scelta per le candidature da presentare a Palazzo Sant’Agostino, sarebbero stati esclusi tutti i consiglieri di prima nomina. Questa la prima strategia, anche se c’è ancora tempo per cambiare tattica ma anche uomini con conseguenti sorprese.  

 

Antonio Roma