"No a Napoli, il porto di Salerno resti autonomo"

L'allarme di 48 operatori del settore: "Il nostro uno scalo virtuoso, così ci penalizzate"

Salerno.  

Un secco "no" all'ipotesi di accorpamento con Napoli che significherebbe, di fatto, la perdita dell'autonomia gestionale. E del grado di efficienza raggiunto in questi anni grazie ad una movimentazione merci da record e un attento utilizzo delle risorse a disposizione per la rete infrastrutturale. Gli operatori del porto di Salerno hanno preso carta e penna e indirizzato una missiva al ministro delle Infrastrutture, ai presidenti di Regione e Provincia, al sindaco e alla deputazione parlamentare salernitana. In tutto, 48 firme che rappresentano gli interessi di centinaia di lavoratori e portatori d'interesse. Il timore è che dietro la logica di un'opera di "razionalizzazione" dei costi sul territorio nazionale, si nasconda un accorpamento che "finirà col burocratizzare ancora di più i pur necessari ed indispensabili processi di riqualificazione degli scali marittimi". Insomma: sì ad una riforma che appare necessaria, ma che preveda comunque l'autonomia di uno scalo virtuoso come quello salernitano. Non sarà facile perché l'iter va avanti e il tempo stringe: di qui il grido d'allarme lanciato alla politica per salvare il porto della città.

Giovanbattista Lanzilli