Officine Maccaferri, svolta positiva: c'è uno spiraglio per i lavoratori

Dal tribunale ok al piano concordatario: prospettive positive per i lavoratori di Bellizzi

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Bellizzi.  

"Si è aperta in questi giorni una nuova fase per le Officine Maccaferri. Il tribunale di Bologna ha dato l’ok al piano concordatario presentato dalla società di Zola Predosa acquisita lo scorso anno da Ad Hoc Group, cordata capitanata dal Carlyle. L’impegno al rilancio è per il 2024. E’ una buona notizia per tanti lavoratori. Si apre un orizzonte di prospettive delicato, ma certamente meno drammatico del recente passato". Così, in una nota, le segreterie provinciali di Fiom e Fim Salerno.

"Ma le maestranze dello stabilimento di Bellizzi, nel 2024, non solo avranno terminato ogni sostegno al reddito o incentivo all’esodo, ma avranno ogni giorno sotto gli occhi, con i loro concittadini ed Istituzioni locali, un territorio privato di 70 anni di trazione e storia industriale. Questo abbiamo cercato tutti di difendere in questi mesi, credendo anche noi fortemente nella possibilità di rilancio del gruppo in tutte le sue articolazioni sul territorio nazionale. Se oggi arriviamo a questo risultato è anche frutto del sacrificio di ogni donna, di ogni uomo, di ogni famiglia che ha sostenuto e tenuta viva la vertenza. E su questo Bellizzi è stata instancabile protagonista", il tributo dei rappresentanti dei lavoratori.

"Per noi non poteva e non può finire qui. Proprio in una parte del Sud Italia che, pur annaspando per la crisi e la pandemia, almeno poteva vantare eccellenze come le Officine Maccaferri. Leader a Bellizzi nella doppia torsione. Abbiamo chiesto per mesi di attivare ogni misura possibile per non perdere occupazione e futuro, abbiamo sollecitato Organi di Governo, Istituzioni ed esponenti locali delle forze politiche, nessuno ha fatto mancare il proprio impegno e sostegno, serio, deciso, determinato. Ma tutto questo non ha impedito una decisione, forse presa da tempo dall’altro, da quei vertici gestionali, di cessare ogni attività a Bellizzi lasciando circa 40 lavoratori nella solitudine e nella disperazione - ricordano Fiom e Fim -. Ritenevamo e riteniamo tutt’ora che questo patrimonio non può andare completamente disperso. Troppo timidi sono stati, da maggio ad oggi, i segnali aziendali nella direzione del sostegno a percorsi lavorativi ed imprenditoriali alternativi, oltre alla già proposta ricollocazione in aziende del Nord Italia. Ritenevamo e riteniamo tutt’ora che una vertenza così articolata e complessa non poteva trovare sbocchi solo discutendo a livello locale. Abbiamo spinto in ogni modo e ad ogni livello delle nostre Organizzazioni, e ancora una volta con il sostegno di tutte le Istituzioni e le forze del territorio, per ottenere un percorso alternativo alla cessazione ed, oggi, un disegno di politiche attive che sostenga e valorizzi queste professionalità ed il nostro territorio".

Insomma, ora si prova a guardare con fiducia al futuro: "Vogliamo ripartire da qui, con un’azienda che ha sviluppato in queste ore un orizzonte di sviluppo più chiaro e con gli Enti di governo regionale, anche in prospettiva di un tavolo ministeriale. I lavoratori termineranno la cassa per cessazione a maggio 2022. Possiamo ancora cercare e trovare percorsi di prospettiva e di futuro per tutti. Produrremo una nuova richiesta alla Regione in queste ore e facciamo appello alle Istituzioni ed agli esponenti delle forze politiche locali che ci hanno sostenuto di tenere alta, ad ogni livello, l’attenzione su questa vertenza", concludono le sigle sindacali.