Il Carnevale di Trentinara diventa Patrimonio Immateriale della Campania

Una manifestazione popolare che rievoca riti ancestrali, caratterizzato da maschere e figure antiche

il carnevale di trentinara diventa patrimonio immateriale della campania
Trentinara.  

Il Carnevale tradizionale di Trentinara è stato iscritto nel Patrimonio Immateriale della Regione Campania, il quale cataloga il patrimonio culturale immateriale e le pratiche tradizionali connesse alle tradizioni, alle conoscenze, ai saper fare della comunità campana. Finalità definite dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003, ratificata dall’Italia nel 2007.

“Un prestigioso riconoscimento dall’elevato valore sociale e culturale per la comunità trentinarese legato ad un evento molto sentito a livello locale che potrebbe creare un indotto economico anche in un periodo dell’anno solitamente poco interessato dai flussi turistici.”, afferma con soddisfazione il presidente dell’A.P.S. Trentinara, Piermatteo Noce, associazione che ha candidato la manifestazione all’IPIC attraverso un’approfondita documentazione storica curata dalle professoresse Anna Cavallo e Gina Maria Rizzo e realizzata grazie al contributo degli organizzatori della manifestazione, del Comune di Trentinara, della Pro Loco e della comunità tutta.

Si tratta di una manifestazione popolare che rievoca riti ancestrali attraverso la rappresentazione allegorica del ciclo di rinascita, caratterizzato da maschere e personaggi popolari antichi e connessi alla vita (arrivo della primavera) e alla morte (uccisione del lungo inverno), per il suo profondo significato simbolico, è stato da sempre oggetto di studio. Culmina il martedì grasso in un corteo dissacrante e liberatorio, che percorre il paese, seguendo al contrario l’itinerario delle processioni religiose.

Metafore e allegorie accompagnano il Carnevale di Trentinara, che termina con il processo e la condanna al rogo di Vavo, simbolo dell’inverno e delle sventure umane. La lotta tra il bene e il male è protagonista del corteo ed è rappresentata dai diavoli che tentano di ostacolare continuamente il corso degli eventi. Il loro intervento raggiunge il punto di maggiore intensità, alla fine della sfilata, quando tentano di domare le fiamme effettuando danze spericolate intorno al fuoco.

Il Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica “Alberto Calza Bini”, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha condotto recentemente un’analisi socio-economica della manifestazione nell’ambito del progetto di ricerca finanziato dalla Regione Campania “Festività storiche dei carnevali della Campania. Gli itinerari urbani dei rituali storici: una proposta di candidatura UNESCO”, che ha contribuito a rivitalizzare e a far conoscere a livello regionale un evento unico nel suo genere, inserendolo nella rosa ristretta dei carnevali storici della Campania da candidare al patrimonio immateriale dell’UNESCO. La pandemia ha impedito lo svolgimento della sfilata negli ultimi due anni, ma non ha smorzato l’attenzione intorno ad una tradizione che veicola i valori culturali della collettività.

L’iscrizione all’IPIC del Carnevale trentinarese rappresenta un momento di riflessione e apre nuove prospettive per la promozione del territorio attraverso il proprio bagaglio culturale immateriale, non sempre adeguatamente percepito come valore identitario della comunità. Il riconoscimento deve essere colto come l’occasione per promuovere la manifestazione attraverso la sinergia tra enti, associazioni e scuole del territorio, rendendola un appuntamento atteso e partecipato anche al di fuori del contesto locale.