"Sin dalle prime ore abbiamo elevato dubbi e perplessità su questi e tanti altri aspetti della torbida vicenda, che purtroppo, stando a quanto riportato dalle cronache di queste ore, sono risultati fondati. A prescindere da quelle che saranno le valutazioni espresse dai giudici del tribunale del Riesame nell’udienza fissata per lunedi, il Comitato porterà avanti la campagna di sensibilizzazione e a vigilare su tutti i procedimenti in atto, siano amministrativi che penali, ribadendo in tutte le sedi opportune la propria opposizione all’idea progettuale che, come ormai ripetuto in tante occasioni, mette in serio pericolo la serenità e l’incolumità di centinaia di famiglie". Questa la posizione del comitato "Ambiente futuro" a proposito della decisione attesa per lunedì in merito al sequestro di quasi 2 milioni di euro al Comune di Fisciano.
Il provvedimento, emesso dal gip del tribunale di Nocera, è stato contestato dal collegio difensivo del municipio salernitano. "Il Comitato ripone anche in questa occasione grande fiducia nella magistratura che deciderà sicuramente al meglio per tutelare gli interessi delle famiglie e dei cittadini coinvolti in questa aberrante vicenda", spiegano gli attivisti della Valle dell'Irno, da tempo in lotta contro l'impianto.
"Il sequestro avvenuto nelle scorse settimane, stando a quanto riportato dalle testate giornalistiche di questi giorni, è stato motivato dal Giudice per le Indagini Preliminari in quanto gli importi furono indebitamente incamerati dall’Ente comunale in ragione del fatto che mediante artifizi e raggiri perpetrati da alcuni dei 13 indagati, hanno indotto in errore i funzionari della Regione Campania, i quali in danno della collettività hanno elargito la consistenza somma, ora posta sotto sequestro - si legge nella nota -. L’inchiesta si basa su alcune anomalie, da subito evidenziate anche da codesto Comitato Cittadino, consistenti nell’alterazione della documentazione presentate dal Comune di Fisciano a supporto del progetto per l’affidamento della procedura di costruzione di un sito di compostaggio in Via Prignano, che nello specifico si è concretizzata con falsificazione di mappe e cartine della zona individuata per la costruzione dell’impianto, tali da bypassare sia vincoli ambientali che di sicurezza, che diversamente sarebbero stato un ostacolo per portare a termine la procedura".