«Gravissimi i ritardi sugli assegni di cura». Lo afferma Raffaella Ferrentino, responsabile dell’associazione Legalità e Trasparenza, a seguito dell’incontro via web organizzato dall’associazione “Casa del Popolo” cui è intervenuto l’assessore alle Politiche sociali, Maria Stefania Riso.
Nella sua lettera aperta all’assessore, Ferrentino parla di «grave inadempienza perpetrata a carico delle famiglie che vivono problematiche serie e difficili da gestire, che è da sottoporre con urgenza agli organi di giustizia. Lo scarico di responsabilità non è più ammissibile e accettabile, perché sappiamo tutti che una programmazione sociale viene resa se vi è copertura di fondi. Poiché nella copertura degli assegni di cura i fondi ci sono, vanno erogati subito. Ho appreso che è stata inviata una lettera agli aventi diritto, che si vuole sostituire un diritto sacrosanto di sussidio con una prestazione domiciliare, che reca presupposti legali del tutto differenti rispetto alle reali esigenze dei soggetti non autosufficienti e, per giunta, dietro una compartecipazione illegittima». Ferrentino invoca maggiore rispetto per i diritti dei diversamente abili, sottolineando che gli stessi non possono essere merce di scambio.
Quindi il quesito all’assessore: «Perché danneggiate chi già ha avuto la sfortuna di vivere una situazione di infermità permanente? Le vostre beghe interne politiche attinenti al Piano di zona non possono riguardarci. Non consentiamo più a nessuno, in special modo quando si tratta di diritti delle fasce deboli, di trattare queste persone come macchine a noleggio, perché sono esseri umani con una sensibilità e personalità. Se vi sono ritardi nelle erogazioni regionali, cara amministrazione e caro assessore, potete tranquillamente anticipare le somme come avete fatto per le luminarie, usando senza ritegno soldi destinati ai bisogni sociali». Infine il monito: «Pretendiamo che l’amministrazione, che riteniamo unica responsabile della gestione delle risorse assegnate, mantenga quello che ha annunciato nel suo programma e in diverse sedi. Non ci fermeremo».