"Purtroppo è fallito il progetto al quale avevo aderito, creduto, sperato e per il quale ho sopportato di tutto in questi quattro anni anche il mancato rispetto a più riprese della mia dignità personale. Contro di me è stata messa in atto un’azione sistematica meschina di boicottaggio sin dai primi giorni dopo la vittoria elettorale e nonostante questo ho lavorato a testa bassa realizzando alcuni progetti importanti come la apertura del Centro antiviolenza nel dicembre del 2015, il progetto "Una scelta in comune" per la donazione degli organi, la rassegna teatrale al castello Doria, il Palio Storico Città di Angri 2018, le campagne di prevenzione e di sensibilizzazione sui tumori ed altri problemi sanitari e tante altre attività utili per la collettività angrese".
E' condensata in queste parole tutta l'amarezza di Giuseppe D'Ambrosio, vicesindaco di Angri, che ha rassegnato le dimissioni dall'incarico. "Non ho lasciato prima perché ho voluto lottare con coraggio dall’interno e perché ho deciso di rispettare ed onorare fino alla fine le quasi 4500 persone che nel 2015 hanno riposto in me la fiducia per un cambiamento. Purtroppo il cambiamento che avrebbe dovuto portare legalità, trasparenza democrazia e pace sociale non c’è stato, anzi - è l'atto d'accusa dell'ormai ex numero due del municipio salernitano -. Il sindaco col suo modo di fare da Pinocchio col naso rifatto ha eroso quasi tutto il consenso che aveva, portando all’abbandono di tanti consiglieri di maggioranza, ed io in silenzio ho fatto di tutto per evitarlo a differenza del sindaco stesso e dei suoi amici leghisti veri padroni di tutto a Piazza Crocifisso. Non si governa una città evitando di andare in consiglio comunale per problemi interni e poi scaricare le responsabilità sul presidente Giordano. Nella vita bisogna assumersi sempre e comunque le proprie responsabilità anche quando si sbaglia", il duro atto d'accusa di D'Ambrosio che apre ora nuovi scenari politici ad Angri.