"Dopo questa grandiosa edizione - e chi è stato a Giffoni può ampiamente confermarlo - la mia adesso è una campagna di civiltà e rispetto nei confronti di uno dei progetti culturali, cinematografici e sociali più conosciuto ed amato in Italia e nel mondo. L’unico che le giovani generazioni, da sempre amano, frequentano e vivono. Sono sereno e orgoglioso, a 73 anni, di fare l’uomo sandwich per voi ragazze e ragazzi. Vi rappresento tutti qui". Con questo messaggio il fondatore del Festival di Giffoni, Claudio Gubitosi, nelle scorse ore ha rilanciato la sfida al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
Un sit-in davanti alla sede del Dicastero per chiedere al Governo di dialogare con il festival e restituire i fondi sottratti, come denunciato da Gubitosi.
Un braccio di ferro che va avanti da diversi giorni, con un aspro botta e risposta con gli esponenti del centrodestra. Duro il commento di Antonio Iannone, senatore e commissario regionale di Fratelli d'Italia: "Giorni fa è stato pubblicato da Libero un articolo che non mi risulta smentito dal direttore Gubitosi. Visto che l’amico Claudio non teme la trasparenza, lo invito a rendere pubblico il suo compenso, quello dei consulenti o collaboratori o come li vuole chiamare lui. I nomi dei fornitori con le relative cifre e procedure per la selezione. Sono certo che non vorrà far mancare questo completo atto di chiarezza visto che qui si parla di risorse pubbliche. Non vorremmo trovarci al cospetto di un moralismo e di una battaglia per la cultura fatta da chi percepisce più di un presidente della Corte di Cassazione, di chi stipendia figli di o si serve di ditte riconducibili a parenti illustri o ex illustri. Insomma Gubitosi fornisca elenco e lasci agli altri giudicare come vengono impiegate le risorse. Aspettiamo con ansia", l'affondo di Iannone.