"Cose Turche" al Giardino degli Aranci

prosegue la rassegna "Giffoni Teatro"

Giffoni Valle Piana.  

 Week end al Giardino degli Aranci, dove, fino al 26 agosto prosegue la XVIII edizione di Giffoni Teatro, evento promosso dall’Associazione omonima, e realizzato con il patrocinio della Regione Campania ed il Comune di Giffoni Valle Piana. 

Domani sera,  (alle 21.30), toccherà alla Compagnia Tandem con “Cose Turche”, di Samy Fayad con l’adattamento e la regia di Ciro Rusticale. Lo spettacolo fu rinviato a causa del maltempo. In scena un ladro filosofo e idealista che assembla, nel nome dell'onestà, una banda di napoletani sui generis. 

Il giorno successivo, domenica 22, non ci sarà lo spettacolo di Rivieccio, cha ha annullato la data al Giardino per sopraggiunti impegni televisivi. Al suo posto un trio tutto femminile made in Salerno, giovane, ma già molto apprezzato dalla critica di settore. Claudia Balsamo, Angela Rosa D’Auria e Daniela De Bartolomeis saranno le protagoniste di “Scarti” di Paolo Zuccari. Il testo, segnalato al premio IDI, ha vinto la rassegna Cantieri Enzimi 1997. 
Si tratta di un grottesco e brillante esperimento di retro-teatro. Dietro le quinte di un moderno Amleto, 3 inseparabili attrici incomprese coniugano un'ipotetica rivoluzione teatrale.

Lo scopo preciso è quello di far rinascere tutti gli attori, contando sulla distruzione di ogni legge, ogni costrizione che li condanna a essere "scarti" ossia attori anonimi e ignoranti, per sempre assenti dalle luci chiare di una ribalta ambita.

Ma il lavoro sul loro nuovo testo, "scarti" appunto, metterà in luce tutte le loro frustrazioni, la loro inadeguatezza e la paura di restare soli dietro le quinte. Gli "scarti" sono tutte quelle cianfrusaglie che si trovano dietro le quinte di un teatro, quel mosaico fatto di cantinelle e parrucche, sagomatori e oggetti di scena, dimenticati da tutte le compagnie, da tutte le voci e da tutti gli spettacoli. Nel testo, che è tutto un gran ricamo di giochi di parole, si legge tra le pieghe, una nostalgia e un rimpianto per un teatro inteso come urgenza seria di dire, creare e comunicare non per forza tramite la volgarità e la nudità. Urgenza che fa del vero attore una creatura eletta pronta a sacrificare se stessa per dare voce all'idea.

 

Redazione Sa