Il Cavallo di sabbia di Mimmo Paladino torna tra i templi

La scultura, alta 4 metri, è stata posizionata nel sito archeologico di Paestum

Realizzata nel 1999, la scultura di sabbia di Mimmo Paladino torna oggi tra i templi di Nettuno ed Hera. Zuchtriegel dichiara: "Quando l’ho visto arrivare che mi veniva da piangere... E' un’emozione molto forte vedere questa scultura"

Capaccio.  

Un'icona contemporanea tra i templi di Paestum, un dialogo tra arcaico e moderno. L'opera di Mimmo Paladino torna nel luogo da cui ha preso vita. L'imponente scultura di sabbia, alta 4 metri, raffigurante un cavallo che indossa una maschera di ferro che rimanda alle tombe del periodo lucano, è stata posizionata tra il Tempio di Nettuno e quello di Hera, “signora dei cavalli”. La scultura, la prima tra i famosi cavalli creati dall'artista, era stata realizzata da Paladino nel 1999 per il MMMAC (Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea). Dopo essere stata spostata a Fisciano, torna oggi nel sito archeologico di Paestum, il luogo dalle cui spiagge fu presa la sabbia per la realizzazione della scultura.

“Tale collocazione è di grande impatto - commenta Nuvola Lista - Come in una drammaturgia teatrale, il cavallo si svelerà pian piano ai visitatori intenti ad ammirare i templi. Un incontro inaspettato con un imponente cavallo immobile che riuscirà a dare vita ad un’atmosfera sospesa nel tempo. Con tali suggestioni il pubblico si ritroverà ad essere parte dell’installazione artistica”.

Il direttore Zuchtriegel si confessa emozionato e dichiara:” “Quando l’ho visto arrivare ero così colpito da questo dialogo fra la scultura di Paladino e le colonne doriche che mi veniva da piangere. Mi sono trattenuto perché ero circondato da collaboratori e turisti, ma vi assicuro che è un’emozione molto forte vedere questa scultura nel santuario meridionale della città antica, che nell’antichità ospitava, oltra al tempio di Hera ‘signora dei cavalli’, numerose statue votive, a cui il cavallo di Paladino sembra rimandare”

L'opera, però, non è stata priva di contestazioni. In molti hanno criticato l'istallazione dell'icona in un luogo così nevralgico come lo spazio dei due maggiori templi del sito archeologico. Numerosi i commenti, anche sui social, di chi teme “un’ennesima profanazione di luoghi sacri alla cultura mondiale”.

I due giovani direttori, sottolineandoche in ogni caso si tratta di un’istallazione temporanea, invitano tutti a vedere l’opera sul posto e di continuare la discussione “l’arte serve a questo” concludono Lista e Zuchtriegel