Scafati, assolto il sindaco Pasquale Aliberti: era accusato di camorra

Sfogo social del primo cittadino: "Trascinato nel fango e rimasto inascoltato"

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Scafati.  

"Il fatto non sussiste". Con questa formula il Tribunale di Nocera Inferiore ha assolto il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, finito a processo per un presunto scambio politico-mafioso. Una tesi portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia (pm Rocco Alfano) che aveva chiesto una condanna di 6 anni e 8 mesi per l'attuale primo cittadino.

Oggi i giudici del Tribunale di Nocera Inferiore hanno assolto l'esponente di Forza Italia. Ad annunciarlo è stato lo stesso Aliberti che, con un post social, si è rivolto ai suoi concittadini. 

"Cari concittadini, cari amici,
Oggi, 13 novembre 2024, sento il cuore pieno e svuotato insieme. Vorrei parlarvi con leggerezza, ma non è possibile quando la tua vita viene stravolta, quando vieni trascinato nel fango, chiamato camorrista, e rimani solo con la tua voce, inascoltato.
Per otto anni ho dovuto ingoiare umiliazioni, convivere con lo sguardo impaurito dei miei figli, vedere mia moglie lottare per una famiglia che sentiva franare. Mio padre è morto portandosi dietro una vergogna che non meritava, e io sono rimasto solo, spesso incapace persino di piangere.
Oggi la giustizia ha detto quello che ho sempre saputo: assolto perché il fatto non sussiste. Ma non c’è gioia piena. Il tempo non torna, e la vergogna ha lasciato segni che nessuno potrà mai vedere. Sono grato a chi ha creduto in me, anche quando era più facile girarsi dall’altra parte, a chi ha saputo vedere la verità nel buio delle menzogne.
La mia lotta, però, non finisce qui. Voglio restituire dignità a me stesso e alla nostra città, a Scafati, che ha sofferto con me, infangata com’ero io. Voglio che insieme ci liberiamo di questo peso, che torniamo a essere una comunità fiera, capace di guardarsi in faccia senza paura.
Non sono mai stato un camorrista, né un uomo che si piega al potere della malavita. Ho resistito, messo da parte il dolore e continuato a combattere. E continuerò, per me, per la mia famiglia, per tutti voi. Questo giorno è di chi ha resistito, di chi ha creduto che la verità sarebbe emersa.
Grazie a tutti".