Il corpo di Silvia Novak, la 53enne tedesca uccisa a Castellabate, è stato dato alle fiamme a distanza di qualche giorno dal brutale assassinio. È uno degli elelementi emersi dall'autopsia che è stata eseguita dal medico legale Adamo Maiese presso l'obitorio dell'ospedale di Agropoli. L'esame irripetibile è durato circa quattro ore e, secondo i legali della famiglia (assistita dall'avvocato Felice Carbone), avrebbe fornito "informazioni molto importanti" ai fini investigativi.
Elementi che potrebbero anche portare ad una svolta nelle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Agropoli e coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. L'ipotesi investigativa è che Silvia sia stata uccisa poco dopo la sua scomparsa, avvenuta martedì 15 ottobre. Qualche giorno dopo il suo assassino, nel tentativo di cancellare ogni traccia, ha provato a bruciare il cadavere della donna che è stato, poi, ritrovato in avanzato stato di decomposizione in un canale, ad appena 150 metri dalla sua abitazione. Sul corpo sono stati riscontati segni di violenza: la Tac ha confermato che la 53enne ha subito fratture al polso e alla testa, così come sono state individuate lesioni che potrebbero essere dovute a ferite d'arma da taglio.
A scagionare il marito è stata una telecamera: dai filmati si vede che l'uomo stava dormendo mentre Silvia si allontanava dall'abitazione. Nelle prossime ore il quadro potrebbe essere più chiaro anche se resta massimo il riserbo da parte degli investigatori.