La Corte di Cassazione ha prosciolto definitivamente il principe Angelo Granito di Belmonte, condannato in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione per la morte di Carlo Fulvio Velardi, il 15enne originario di Napoli morto in seguito a una caduta sugli scogli causata dal cedimento di una staccionata a Punta Licosa, nel comune di Castellabate, nell’estate del 2011.
La sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di primo grado e la successiva della Corte di Appello di Salerno che aveva confermato la condanna, dichiarando però il reato estinto per intervenuta prescrizioni. Con il prosciogliomento dell’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Pecora, sono state annullate anche le statuizioni civili. «Resta il dolore per una brutta vicenda che visto, purtroppo, un ragazzino perdere la vita a soli 15 anni - afferma l’avvocato Pecora - Dal punto di vista giuridico, invece, c’è la soddisfazione di aver fatto valere in Cassazione quelle che erano le nostre argomentazioni in difesa del principe Granito di Belmonte». Confermata la condanna ad un anno e sei mesi (pena sospesa per tutti) per Francesco Lo Schiavo ed Anita Cataldo, responsabili in diversi periodi dell’ufficio Manutenzione del Comune di Castellabate, e Gerardo Comunale, all’epoca dei fatti responsabile della polizia locale. Infine, la Cassazione ha rimandato alla Corte di Appello di Napoli la posizione di Adelio Nicoletta, anch’èsso funzionario del Comune e condannato nei giudizi precedenti ad un anno e sei mesi (pena sospesa). Furoni assolti, invece, già in primo grado i quattro dipendenti della comunità montana Alento-Monte Stella che installarono la staccionata.