La terribile vicenda familiare di via Tavernelle a Salerno, con la nipote di nemmeno 17 anni accusata di aver ucciso a coltellate la nonna al culmine di una lite. Mentre si susseguono le ipotesi investigative sul movente e la comunità di Paestum ha tributato l'ultimo saluto a nonna Gilda, interviene la scuola frequentata dalla ragazza.
La presa di posizione della scuola
In una nota, la scuola ha rotto il silenzio degli ultimi giorni: "La nostra scuola ha vissuto e sta vivendo un momento difficile, di profondo dolore, ma anche di condivisione di sentimenti, di emozioni, di riflessioni. La sofferenza per la nostra studentessa ci avvicina e ci tiene uniti a darci forza e speranza. Nei giorni scorsi, siamo stati letteralmente assediati da giornalisti in cerca della “notizia bomba”, di quella ad effetto speciale che potesse aumentare l’audience a dismisura", la riflessione vagliata dalla dirigente.
Ed è così che, come sempre accade, un dramma umano ha assunto i toni e i colori dello spettacolo! Quanti dibattiti, discussioni, pareri di illustrissimi esperti, ipotesi e tesi su cui argomentare in modo acceso e, spesso, irriverente.
Irriverenza ed indifferenza: parole cattive per offendere, per suscitare odio e indignazione, per allestire tribunali, giudicare, sanzionare e condannare. Senza appello!
La nostra comunità, studenti, docenti, personale scolastico, ha scelto il silenzio in segno di rispetto per la famiglia e per il dramma che stava vivendo perché la nostra studentessa non è solo “quel gesto drammatico ed incomprensibile”, ma è anche figlia, compagna, amica: una ragazza splendida, educata, gentile, studiosa, al quarto anno del liceo classico.
La scuola insegna ai ragazzi a saper andare oltre l’apparenza, ad indagare i fatti, ad analizzare gli eventi con pensiero critico, a maturare un’opinione personale ragionando e riflettendo “con il cuore e con la mente”, invitandoli sempre a non essere superficiali e a non seguire le logiche, spesso distruttive, del pensiero social massificato, violento, prevaricante.
Abbiamo deciso, unanimi, di rompere il silenzio per dare voce ai nostri pensieri.
Il dolore dei compagni di classe
La scuola di Paestum riporta il dolore dei compagni di classe della 16enne accusata di omicidio: "La vita di tutti noi è improvvisamente stata colpita dal caos che una tale notizia può generare. Il rimorso e la tristezza hanno regnato sovrani e lo fanno tuttora, tra le pareti della stessa classe in cui il giorno prima il problema più grande era fissare un compito piuttosto che un’interrogazione. Ci troviamo riuniti nello stesso straziante dolore per l’assenza di una compagna, di un’amica e di una confidente. Risuona un silenzio assordante che racconta di lei. Il legame costruito nei quattro anni trascorsi non potrà mai essere cancellato da un singolo gesto e nell’attesa di un processo, che sia giuridico e non mediatico, siamo vicini a lei e ai suoi cari".
"Ma ora anche la scuola si deve interrogare"
"Ciò che è accaduto, nella sua tragicità, non può essere dimenticato o accantonato in un angolo buio della memoria. La comunità scolastica è chiamata ad interrogarsi, a riflettere sul ruolo della scuola, della famiglia, della società tutta. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di costruire sinergie educative per farci carico delle problematiche dei nostri ragazzi, allargando lo sguardo sul loro universo interiore, su quelle fragilità sommerse, spesso dissimulate dietro il dover essere forti in una società in cui raccontare la propria anima o il malessere che la tormenta diventa segno di debolezza. Forse lei attraversava un momento di fragilità e non ha trovato le parole per saperlo raccontare.
Noi siamo vicini a lei e alla sua famiglia. Addolorati per la morte della nonna, angosciati per lei e per il suo futuro.
Ha solo 16 anni. Non conosciamo i fatti violenti in cui è stata travolta, ma la ricordiamo, bella e sorridente, tra i banchi di scuola. Questo comunicato è per lei e per la sua famiglia, per dire loro che la comunità scolastica è presente, non giudica e non condanna, ma li abbraccia e li sostiene in questo drammatico momento", conclude la nota della scuola di Capaccio Paestum.