Continua a bruciare la collina di San Marco di Castellabate, a ridosso dell’ex Castelsandra. A distanza di una settimana dal primo rogo, ancora focolai nel cuore verde del Cilento, dove stamattina sono dovuti tornare in azione due canadair dei vigili del fuoco. Distrutti diversi ettari di macchia mediterranea. Imponente la macchina dei soccorsi. Gli incendi sono, con ogni probabilità, di origine dolosa.
Tutto è cominciato esattamente sette giorni fa. Il primo focolaio sulla collina di San Marco di Castellabate, in località Tagliate, risale a domenica scorsa. Ma anche nei giorni successivi, mezzi e uomini dei soccorsi sono stati costretti ad intervenire nuovamente per domare le lingue di fuoco. La presenza di un folto sottobosco favorisce, infatti, la ripresa dei focolai. Sul posto stanno lavorando ormai da giorni vigili del fuoco, operai della Comunità Montana Alento-Monte Stella, i volontari del Gruppo Lucano di Castellabate della protezione civile e i volontari di quella comunale. Imponente è stato lo sforzo degli uomini del Gruppo Lucano della sezione di Castellabate della protezione civile.
«La prima segnalazione l’abbiamo ricevuta domenica scorsa - racconta il presidente Giovanni Marzucca - e ci siamo subito adoperati con i volontari per spegnere le fiamme, purtroppo poi innescate successivamente anche in altri punti». Nel mirino, tra l’altro, è finita anche l’assenza di manutenzione e pulizia dell’area da ormai diversi anni.
Da sei anni, infatti, è chiuso anche il presidio del Settore Forestazione della Provincia di Salerno, ragion per cui in quell’area non sono più presenti gli operai che in passato garantivano la pulizia del verde e la presenza delle fasce tagliafuoco in caso di emergenza. «La carenza di manutenzione del territorio è sicuramente una delle cause di quello che si sta verificando in questi giorni - conclude Marzucca - La presenza degli operai forestali garantiva in passato la pulizia dell’area e costituiva anche un deterrente per eventuali malintenzionati».