Sequestri preventivi di denaro e beni per oltre 128 milioni di euro, 59 persone indagate e 4 finite ai domiciliari: sono i numeri dell'operazione condotta dalla guardia di finanza di Salerno e coordinata dalla procura di Nocera Inferiore, che ha scoperchiato una maxi frode nel commercio di carburante.
Le accuse, a vario titolo, vanno dalla frode al contrabbando, autoriciclaggio ed intestazione fittizia di beni. Nel mirino due distinte associazioni criminali radicate nell'agro nocerino sarnese, sospettate di aver importato dall'estero carburante adulterato per eludere le imposte. Già nel 2018 le fiamme gialle avevano sequestrato 13 mezzi con 500mila litri di prodotto petrolifero ritenuto di contrabbando.
Il blitz, che ha visti impiegati circa 200 finanzieri, è scattato tra Lombardia, Abruzzo, Lazio, Campania e Basilicata: sigilli a 27 autocisterne, quote societarie, 9 aziende (7 italiane e 2 estere), 2 depositi commerciali, 10 impianti di distribuzione e un'imbarcazione di lusso.
Gli investigatori hanno contestato in due anni l'importazione illegale di 20 milioni di litri acquisiti illegalmente da fornitori ungheresi, croati e sloveni. La merce veniva poi adulterata e resa idonea alla carburazione, per poi essere caricata su autocisterne dirette in Italia con documentazione fiscale falsa he veniva distrutta dopo aver varcato il confine.
"Per avere un’idea di quanto sia stato lucroso il meccanismo messo in piedi, basta considerare che, per ogni litro di gasolio venduto ad un prezzo medio “alla pompa” di 1,50 euro, gli indagati ottenevano un indebito “risparmio” di circa 27 centesimi di iva e 60 di accise, per un totale di quasi 90 centesimi al litro di imposta evasa", come messo nero su bianco dal procuratore capo Antonio Centore e dal sostituto Roberto Lenza.
Gli indagati avrebbero così accumulato ingenti ricchezze, come dimostra il sequestro di auto di lusso (Lamborghini e Porsche) e imbarcazioni.