Rapina alla Bcc di Palomonte: 4 indagati, 3 in carcere

Nei guai il cassiere infedele che avrebbe organizzato il colpo alla filiale

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Palomonte.  

Beccata la banda che avrebbe messo a segno, il 13 agosto del 2020, una rapina alla filiale di Palomonte della Banca di Credito Cooperativo di Buccino e Comuni Cilentani,

I carabinieri della Compagnia di Eboli, diretti dal capitano Emanuele Tanzilli, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, nei confronti di quattro indagati (3 in carcere, 1 agli arresti domiciliari), gravemente indiziati, a vario titolo, di rapina a mano armata e sequestro di persona in concorso tra loro.

Per i militari sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati.

In carcere sono finiti il 59enne di Ogliastro Cilento P.S., già noto alle forze dell'ordine, il 52enne G.L. ed il 46enne A. P., entrambi originari di Salerno; ai domiciliari, invece, il 46enne salernitano W. G., dipendente infedele della banca. Sarebbe l'ideatore del colpo.

Le indagini sono partite con l’acquisizione dei video delle telecamere di videosorveglianza, seguite dagli accertamenti sul luogo e l'interrogatorio del direttore dell’istituto di credito. L'uomo era stato sequestrato all’interno della banca e costretto a fornire la chiave della cassaforte. Fondamentali anche le intercettazioni telefoniche. I carabinieri sono così riusciti ad individuare i presunti responsabili della rapina e ad incastrare il dipendente infedele e ideatore della rapina. Il 46enne salernitano, appena trasferito nella filiale di Palomonte, con la collaborazione del 59enne di Ogliastro Cilento, suo amico, avrebbe reclutato i due esecutori materiali, entrambi di Salerno.

Per i militari la responsabilità del dipendente infedele sarebbe emersa con chiarezza: non solo sapeva che quel giorno non sarebbe stato presente il collega di sportello, in ferie, ma era anche l’unico a conoscere che proprio nella data del 13.08.20, diversamente dal solito, in cassaforte era custodita un’ingente somma di denaro, oltre 110.000 euro, risultante dalla provvista necessaria all’approvvigionamento dello sportello ATM per la chiusura di Ferragosto e da un cospicuo versamento appena effettuato da un correntista, ma anche le abitudini dei dipendenti della banca. 

Riscontri decisivi all’ipotesi investigativa sarebbero poi emersi grazie all’attività tecnica, telefonica ed ambientale, attivata fin dalle prime ore dopo l’evento, che ha consentito di cristallizzare le conversazioni tra i due complici, incentrate sulla necessità di recuperare la propria parte del bottino, ancora in mano ai complici.

I tentativi di recupero del denaro condotti dai due sono stati seguiti in tempo reale dai militari, compreso un teso faccia a faccia fra i banditi.