Sostanze dopanti nelle palestre: arrestati 2 personal trainer

Quattro indagati: coinvolti nella distribuzione e vendita anche alcuni gestori delle palestre

sostanze dopanti nelle palestre arrestati 2 personal trainer
Salerno.  

Sostanze dopanti all’interno delle palestre: ai domiciliari due personal trainer coinvolti, insieme ad altri quattro indagati in produzione, traffico e detenzione di sostante stupefacenti. Smantellato un vero e proprio traffico "organizzato”, in cui erano coinvolti nella distribuzione e vendita anche alcuni gestori di palestre, body builder e frequentatori, che non ha conosciuto battute d'arresto neppure durante il lockdown.

Le indagini delle Fiamme Gialle sono state avviate dopo un primo sequestro, a ottobre dello scorso anno, a Castel San Giorgio, nel corso di un normale controllo su strada. In quell’occasione furono sequestrati oltre 30mila tra ormoni, steroidi e anabolizzanti, per un valore di oltre 250mila euro. Un maxi sequestro che aveva portato i Baschi Verdi ad ipotizzare che i responsabili fossero coinvolti in un più ampio giro di affari illeciti.

E’ stata così ricostruita un’articolata filiera, con canali di approvvigionamento soprattutto in Campania. Tra le sostanze più ricercate l’ “ormone della crescita”, tecnicamente “GH”, rigorosamente contraffatto. Queste sostanze venivano procacciate nel Napoletano, mentre il rifornimento di quelle pili comuni, come il testosterone, avveniva presso un paio di farmacie nella provincia di Salerno, che le passavano sistematicamente “sottobanco”, senza alcuna prescrizione medica.

Sui social network, i farmaci illegali venivano spacciati per prodotti "miracolosi", in grado di garantire una forma fisica perfetta, pur con qualche piccola "scorciatoia". A conclusione delle indagini, i quattro componenti dell'organizzazione sono stati denunciati per "ricettazione", ''produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope ", "esercizio abusivo della professione", nonchè "utilizzo e somministrazione di farmaci che alterano le prestazioni agonistiche degli atleti”. Rischiano condanne fino a 10 anni di reclusione. Per uno degli indagati, percettore del reddito di cittadinanza, è stata disposta la revoca del sussidio ed avviate le procedure di blocco e di restituzione delle somme già percepite. I due principali "promotori" si trovano agli arresti domiciliari.