“Arrivederci Maria, penso e spero che un giorno ci rincontreremo in paradiso e tu ci racconterai che cosa è successo in quel volo tra il cielo e la terra e tra la terra e il cielo”. Un addio toccante, in un silenzio rotto solo da singhiozzi e lacrime ad accompagnare l'omelia del vescovo della diocesi di Nocera Inferiore Sarno Giuseppe Giudice che ha preso parte al funerale della neonata di Roccapiemonte uccisa poco la nascita. Gettata via, in fretta, dal secondo piano dell'abitazione dove viveva la sua famiglia. L'ultimo saluto nella chiesa di San Giovanni Battista, piena, ma nel rispetto delle misure anti covid.
Un saluto silenzioso, che ha avvolto la piccola bara bianca, con accanto pelouche mai usati e fiori candidi. “Certe tragedie non avvengono all'improvviso si preparano nel silenzio, noi forse siamo stati un po' distratti nel cogliere la difficoltà di qualcuno” accusa il vescovo Giudice, riferendosi ai familiari della piccola. Il padre è ora in carcere, la madre piantonata in ospedale a Nocera Inferiore, dove si trova ricoverata. La donna pare soffrisse da tempo di problemi psichici.
“La sua vita – racconta il vescovo - è stata recisa come un fiore appena sbocciato, ma non dobbiamo giudicare, come siamo bravi a parlare e sparlare”, questo il duro monito di monsignor Giudice che dall'altare ha voluto lanciare un messaggio chiaro alla comunità di Roccapiemonte, scossa da questa tragedia atroce. “La vita è un dono per ognuno di noi. Siamo progettati nell'infinito, anche Maria lo è, lei è nata e non ha avuto il tempo di vivere, è tornata nel mistero di Dio, è progettata nell'infinito”.
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