Quello che sta per concludersi è stato un anno di fuoco per la città di Battipaglia. Ha dovuto fare i conti con i numerosi incendi che hanno distrutto terreni e aziende e che, cosa più importante e preoccupante, hanno causato danni per la salute delle persone e per l’ambiente.
La scorsa estate è stata un inferno per i residenti della Piana del Sele costretti a respirare i fumi tossici di roghi improvvisi che hanno oscurato la luce del sole. L’incendio più devastante è stato sicuramente quello scoppiato nella notte del 12 settembre in un opificio in via Bosco, all’interno di un’attività di trattamento e recupero rifiuti, dove venivano stoccati tantissimi pneumatici, recuperati e poi smaltiti. La colonna nera che si è alzata quella notte ha pervaso l’intera zona, con il vento che l’ha trasportata in direzione est-ovest mentre il colore rosso delle lingue di fuoco rischiarava l’ennesima notte di incendi a Battipaglia. I vigili del fuoco intervenuti sul posto con diverse squadre avevano impiegato oltre dieci ore per domare le fiamme e spegnere quello che sembrerebbe essere stato solo uno dei tanti roghi dolosi.
La mattina stessa il primo cittadino Cecilia Francese aveva allertato gli uffici competenti dell’Arpac, l'azienda regionale per la protezione dell'ambiente, e firmato l’ordinanza di chiudere scuole e attività commerciali limitrofe, invitando i cittadini a stare attenti ai fumi che quel giorno stavano attanagliando la zona.
Non era tardata ad arrivare la risposta delle analisi effettuate dall’Arpac che, pochi giorni dopo il devastante incendio, aveva pubblicato i risultati del laboratorio regionale dell’unità operativa “Siti contaminati” di Agnano, raccolti dai dati delle centraline installate il giorno stesso e in quello successivo al rogo.
I campionamenti, avvenuti nell’arco di 24 ore, confermavano un’altissima presenza di diossina nell’area circostante all’azienda.
A Battipaglia, dunque, si sono registrati valori superiori al doppio del limite, molto più alti anche del rogo che ha distrutto la Ics di Pianordardine ad Avellino.
"A Battipaglia sta accadendo qualcosa di losco. È una guerra e le vittime sono i cittadini che in quel territorio soffrono da troppo tempo" con queste parole commentava l’incendio anche il Ministro dell’ambiente Sergio Costa, invitando i sindaci della Piana del Sele a restare uniti: “Se gli amministratori pubblici si separano e cercano le differenze questa guerra la perderemo tutti e chi pagherà il prezzo più salato saranno i cittadini inermi. Se lavoreremo insieme, invece, la vinceremo".
A lanciare un grido di aiuto era stata anche Legambiente in una nota congiunta firmata dalla presidente Mariateresa Imparato e dal presidente Legambiente Battipaglia Alfredo Napoli: ”Non c'è più tempo, è necessario accendere i riflettori su quel territorio ed individuare una soluzione per fermare il fuoco illegale. Chiediamo una cabina di regia che coordini le forze di polizia e le istituzioni per intensificare i controlli e prevenire questi fenomeni, adottando il metodo già sperimentato per i roghi in Terra dei fuochi. Inoltre invitiamo la Commissione bicamerale sul ciclo illegale dei rifiuti a fare un'ispezione nella Piana del Sele aprendo il capitolo 'Battipaglia' per quanto riguarda il fenomeno degli incendi nei numerosi impianti che trattano rifiuti".
Un anno da dimenticare per Battipaglia e la Piana del Sele che, ormai da anni, sta pagando un prezzo altissimo in tema di emergenza ambientale.
di Elvira Cuciniello