Blitz all'alba dei finanzieri del comando provinciale di Salerno, che hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro disposto dal gip del tribunale di Vallo della Lucania nei confronti di sei imprenditori cilentani operanti nel settore edile. Sigilli a beni per 836mila euro e ad un intero complesso azioendale. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti e falsa dichiarazione fiscale, alla bancarotta fraudolenta e all'autoriciclaggio.
Le indagini delle fiamme gialle della tenenza di Vallo erano partite dal fallimento di una società edile pochi mesi dopo la nascita dell'azienda sequestrata, intestata alla moglie dell'amministratore dell'azienda fallita. Scritture contabili impossibili da ricostruire, e distrazione dei beni dell'impresa verso la società sequestrata.
I titolari di entrambe le aziende, con la complicità del padre di uno dei due e di un altro parente, avevano sottratto ingenti somme di denaro oltre a beni e mezzi strumentali per continuare, di fatto, a gestire l'attività per evitare le conseguenze del fallimento.
Non solo. Sempre secondo la guardia di finanza e la procura guidata da Antonio Ricci, gli indagati avrebbero messo in atto un'ingente evasione fiscale i cui proventi sono stati reinvestiti in attività economiche, finanziarie e speculative di vario tiolo. Nella stessa inchiesta sono emerse anche reti di complicitià a vario titolo, fra cui quella di un'azienda che avrebbe favorito l'acquisizione tramite asta fallimentare di alcuni mezzi.
Per garantire la continuità lavorativa e i livelli occupazionali, il giudice per le indagini preliminari ha nominato un amministratore giudiziario, ai quali sono stati affidati i beni sequestrati.