Frammenti di indumenti, pezzi di ossa e resti umani. Un rinvenimento macabro fatto da alcuni operai al lavoro nei pressi di un canale di scolo a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Mistero a Castel San Giorgio, dove i carabinieri della locale stazione e della compagnia di Mercato San Severino hanno sequestrato tutto e inviato il materiale in laboratorio per provare a risolvere il giallo. Il pensiero è andato subito a Caterina Perozziello, la donna di 73 anni scomparsa il 17 settembre del 2016.
Uscita di casa, prelevò una grossa somma dal proprio conto corrente. Andò in panetteria, poi in chiesa e fece ritorno a casa per recuperare l'ombrello che aveva dimenticato. Dopo aver svoltato nel vicolo, di lei si sono perse le tracce. Sparita nel nulla. Settimane di indagini, ricerche e tentativi - tutti andati a vuoto - di ricostruire quei drammatici minuti. La procura di Nocera Inferiore aprì un fascicolo, rimasto ancora in sospeso.
A distanza quasi due anni e mezzo il ritrovamento di quei resti umani (un teschio e parte di gabbia toracica, oltre ad altri frammenti ossei) potrebbe gettare nuova luce sulla vicenda. Ammesso che si tratti chiaramente di Caterina. Il suo caso finì all'attenzione della trasmissione "Chi l'ha visto": il figlio della donna, Daniele, ai microfoni Rai disse che non era stato lui ad uccidere l'anziana madre, nonostante tutto il paese lo ritenesse colpevole. Non è mai stato indagato, e il mistero della scomparsa della 73enne non ha trovato soluzione.
Almeno fino ad oggi: quei resti rinvenuti per caso in un canale di scolo potrebbero - il condizionale è d'obbligo, in attesa dei risultati delle analisi di laboratorio - aprire un nuovo capitolo della storia di Castel San Giorgio.