“Resta vivo il tuo sorriso, buon viaggio Enrico”, così gli amici del caporal maggiore dell'esercito Enrico De Mattia hanno accolto il feretro del giovane il giorno del suo addio. Ieri pomeriggio nella colleggiata di San Giovanni Battista ad Angri i funerali del 25enne che si è tolto la vita sabato scorso in un bagno di Palazzo Grazioli a Roma, sparandosi un colpo in testa con la sua pistola d'ordinanza, mentre era in servizio.
Si era allontanato con una scusa, a trovarlo un collega, preoccupato della sua assenza.
Ormai per lui non c'era più nulla da fare. De Mattia era appena stata promosso e gli era stata assegnata la pistola come arma di ordinanza. Era irreperibile dalle 12 di quel sabato, arrivato a Roma in mattinata, direttamente da Napoli. «Motivi sentimentali all’origine del gesto», così hanno fatto sapere i vertici dell’esercito. Non poche le polemiche che hanno puntato il dito sul duro lavoro svolto dai militari, al caldo, con turni lunghi e faticosi. Il 25enne era impegnato nell'operazione Strade sicure, altri due giovanissimi suoi colleghi negli scorsi mesi si erano tolti la vita.
Una morte che ha lasciato quanti lo conoscevano sconvolti e senza parole. Distrutti il papà Giovanni, mamma Anna, la sorella minore Paola e la sua fidanzata Carola. La chiesa piena di amici e conoscenti del giovane ma anche di tanti concittadini del ragazzo che, seppur non lo conoscevano di persona, hanno voluto tributargli un saluto commosso.
Presente anche il sottosegretario alla difesa Angelo Tofalo e il comandante delle forze operative Sud generale di corpo d'armata Rosario Castellano. Un ragazzo solare, così lo ricordano gli amici, sempre pronto ad aiutare il prossimo, un riferimento per i suoi colleghi da quando sei anni fa aveva deciso di coronare il suo sogno e arruolarsi nell'esercito.
