La tragedia di Padula, il sindaco: "Siamo tutti responsabili"

La morte dell'infermiere e del piccolo di appena 2 anni, il dolore della fascia tricolore

Il 45enne si è lanciato dal terrazzo della propria abitazione con in braccio Samuele. I problemi dell'uomo, una comunità che non si capacità di quanto accaduto

Padula.  

Non può essere una dichiarazione di correità perché la mente umana è spesso un mistero difficile da scandagliare. Ma è una riflessione sincera e onesta di un sindaco, guida di una comunità, che sente il peso di una responsabilità che pur sapendo di non avere sente tutta sulle spalle. Il day after a Padula è ancora carico di tensione e dolore dopo il tragico gesto di Antonello Fiore, l'infermiere 45enne che ha deciso di farla finita lanciandosi dal terrazzo di casa sua con in braccio il figlio, Samuele, di appena due anni. 

Si prova a scavare negli eventuali problemi dell'uomo, il rapporto conflittuale con la compagna, con i carabinieri di Sala Consilina chiamati ad una difficile opera di ricostruzione per una tragedia che sembra non avere una spiegazione per quato tragici siano gli esiti. Il sindaco di Padula, Paolo Imparato, è costernato. Ai giornalisti spiega che sta valutando l'eventualità - che appare scontata - del lutto cittadino il giorno del doppio funerale. Intanto, però, non può evitare di pensare a quanto accaduto, alla tragedia che ha sconvolto un'intera comunità. E riflette: "Presi dalle nostre cose, spesso non ci accorgiamo che le persone con le quali ci interfacciamo tutti i giorni hanno dei problemi di cui non ci rendiamo conto. Siamo tutti responsabili quando accadono drammi come questi". 

GbL