Braccio di ferro sulle Fonderie Pisano: "Da 8 anni ancora nessuna soluzione"

L'appello della Fiom Cgil: necessario salvaguardare gli oltre 100 lavoratori dello stabilimento

braccio di ferro sulle fonderie pisano da 8 anni ancora nessuna soluzione
Salerno.  

"La situazione delle maestranze delle Fonderie Pisano di Salerno continua ad essere, dal 2016, incerta e preoccupante. Da più di 8 anni gli oltre 100 dipendenti lavorano a singhiozzo, senza ancora oggi intravedere reali prospettive per il futuro. Fin dalle prime ore della vertenza Fiom e Cgil, unitamente alla rsu e ai dipendenti dello stabilimento, hanno chiesto lavoro e futuro, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei cittadini. Da sempre, a nostro avviso, lavoro e salute potevano e possono essere salvaguardati con un nuovo e moderno insediamento industriale". Comincia così la nota a firma del sindacato dei metalmeccanici di Salerno.

"Dopo difficilissime lotte e sacrifici, con l’impegno dell’azienda e delle Istituzioni, sembrava più chiaro il percorso per giungere ad una soluzione: l’azienda si era determinata ad investire oltre 40 milioni di euro in nuovi impianti e un nuovo stabilimento in area industriale - ricorda la Fiom -. Da allora questo progetto, presentato ufficialmente agli organismi competenti e reso noto in più occasioni pubbliche promosse da sindacato, Rsu e lavoratori, è in piedi e va avanti, ma ha bisogno di un nuovo slancio, perché da troppo tempo è in gioco la pelle di tante famiglie e lavoratori. Perdura, infatti, il sacrificio delle maestranze e, per scongiurare possibili licenziamenti, si è reso necessario, ancora in data odierna, un ulteriore ricorso alla cassa integrazione".

La prospettiva della delocalizzazione è rimasta solo sulla carta: "Quel progetto, dall’iter iniziale a oggi, si è ulteriormente arricchito e aggiornato, prevendendo, nella versione attuale, un impianto, non solo nuovo ma anche decarbonizzato, con forni elettrici a impatto zero. Non smetteremo di invitare Istituzioni e cittadini ad entrare nel merito di questa soluzione, l’unica che salvaguarda lavoro, salute e ambiente e che potrà garantire sia gli attuali livelli occupazionali, sia un nuovo sviluppo dell’industria sul nostro martoriato territorio. Il progetto, dicevamo già ampiamente presentato e al vaglio delle istanze competenti, va conosciuto, entrando nel merito e senza pregiudizi, e va quanto più ampiamente sostenuto per una decisa accelerazione, se vogliamo davvero e seriamente andare nella direzione di difendere lavoro e salute e di prospettare un concreto futuro produttivo per la nostra provincia - si legge nella nota della Fiom di Salerno -. Per questo rinnoviamo l’invito a tutti i soggetti interessati al nuovo investimento a riprendere quel tavolo di confronto, già avviato da Fiom e Cgil Salerno anni fa, e a contribuire per trovare, ciascuno per la sua parte, percorsi concreti di realizzazione, nel rispetto di ogni posizione e in una prospettiva di nuovi investimenti, di risanamento del sito attuale, quando sarà dismesso, e di un futuro positivo per tutti".