Procuratore Borrelli sulle carceri: Per come sono adesso, non rieducano nessuno

L'intervento a margine della relazione semestrale del garante dei detenuti Ciambriello a Salerno

procuratore borrelli sulle carceri per come sono adesso non rieducano nessuno

Il procuratore capo Borrelli si è espresso sull’intero sistema giudiziario, ma anche sulla rivoluzione in arrivo tra 11 giorni con l’applicazione della riforma Cartabia.

Salerno.  

Riflettori accesi sulle carceri. Il garante dei detenuti, Samuele Ciambriello ha fatto tappa oggi al comune di Salerno ed ha presentato i dati relativi proprio alle condizioni degli internati. Nel mirino le diverse criticità più volte riscontrare, dalle celle sovraffollate, alla scarsa assistenza per i più deboli. 

Presente anche il procuratore Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli.

Borrelli: "In questo momento il carcere non rieduca nessuno"

A margine della presentazione della relazione semestrale del Garante campano dei detenuti a Salerno, il procuratore capo Borrelli si è espresso in merito alle condizioni delle carceri e detenuti. Impossibile mettere in atto, secondo Borrelli, un vero e proprio percordo rieducativo se le condizioni degli istituti penitenziari ed il numero dei detenuti, spropositato rispetto alle strutture, continuano a rimanre uguali.

Il procuratore ha quindi aperto una riflessione sull’intero sistema giudiziario, ma anche sulla rivoluzione in arrivo tra 11 giorni con l’applicazione della riforma Cartabia.

"Il problema della custodia cautelare credo che sia definitivamente in via di risoluzione con le riforme al codice di procedura penale che interverranno dal 31 dicembre di quest'anno. La riforma Cartabia vede, sostanzialmente, il carcere come extrema ratio, riservata veramente a casi eccezionali, e prevedendo tutta una serie di sanzioni che sono alternative al carcere", ha sottolineato Borrelli. 

"Io credo - prosegue - che vi sia, in realtà, un problema culturale perchè l'idea che la restrizione in un ambiente, quale è quello carcerario, possa essere l'unica strada per il recupero di un soggetto che ha violato la legge penale è un'idea largamente diffusa tra i cittadini e che deve essere superata. Credo che se una critica puo' farsi rispetto al nuovo regime che entrerà in vigore il 31 dicembre sta nel fatto che tutta questa nuova legislazione è mancata di qualunque dibattito nella società. Per cui, mancando una predisposizione dei cittadini a una nuova idea di pena, sara' da vedere come i cittadini reagiranno a questa nuova concezione e, di conseguenza, sara' da vedere se il legislatore resistera' nell'idea perseguita con la legge Cartabia".

"D'altra parte si deve dire una cosa - ha aggiunto - in questo momento il carcere non rieduca nessuno. Non solo, ma che il carcere è di fatto riservato ai settori marginali della devianza che all'interno del carcere vengono resi sempre più marginali e sempre più deviati".

Il procuratore auspica che venga messo in atto un vero percorso rieducativo che porti, anche, ad una riduzione della popolazione carceraria: "Fino a quando i carcerati saranno 50 o 60mila, dato l'attuale livello delle strutture, non e' possibile fare nessuna loro rieducazione. Ora, vedremo se questa sarà una ennesima occasione mancata o se invece sarà una occasione colta", ha concluso Borrelli.