Proseguiamo con il ciclo di interviste legate al mondo dell'associazionismo a Salerno. Oggi parliamo con Francesco Basso, dell'associazione Marea. L'associazione, nata nel quartiere Mercatello, è tra i primi spazi giovanili della Zona Orientale. Facente parte dell'ARCI, l'associazione Marea è divenuto un punto di ritrovo per tante ragazze e ragazzi, dagli studenti delle superiori, passando per gli universitari fino ai giovani lavoratori.
Francesco, come prima domanda chiedo sempre cos'è che vi ha spinto a conformare l'associazione e a scegliere la zona orientale (Mercatello) come sede.
Marea è una associazione di promozione sociale. Fin dalla sua nascita (di 4 anni fa), si è posta l'obiettivo di essere punto di riferimento per attività di quartiere e offrire una serie di servizi al cittadino, nonché essere un punto in cui chi fa dell'arte la propria missione di vita, possa trovare uno spazio amico. Marea si è posta come catalizzatore di esigenze sia materiali che non.
Quali sono le attività che propone Marea? E come si è evoluta l'associazione nel corso degli anni?
Abbiamo affrontato un po' complesso in cui molte organizzazioni – sia nel nostro territorio che, in generale, in tutto il Paese – sono venute meno. Questo perché il costo delle sedi rimanevano gli stessi nonostante fosse impedito svolgere le proprie attività. Noi con tante difficoltà siamo riusciti a sopravvivere alla pandemia e con la convinzione di avere una base sociale da ricostruire. L'anno appena passato è stato un anno di ricostruzione parziale di questa base e da quest'anno siamo pronti per il rilancio. C'è bisogno di dare nuova linfa all'associazioe e lavoreremo in questa vertente.
Che rapporti avete con le altre associazioni del territorio? Si sono sviluppate delle sinergie?
Crediamo fortemente nella sinergia tra associazioni. Senza fare rete tra le associazioni, almeno tra quelle più affini (...) Un percorso che non tenga in considerazione anche altre realtà vicine alla propria, e che possano talvolta aiutarci a esplicare le attività che si propongono, diventa difficile – se non impossibile – raggiungere gli obiettivi sociali che si propongono. È una questione di lungimiranza.
Marea è diventato un importante punto di riferimento per la Zona Orientale, in particolare per i giovani
Questo è vero che negli anni siamo diventati un punto di riferimento e, se mi si permette, non solo della Zona Orientale ma di tutta la città. Abbiamo lavorato anche con Blam (I Morticelli) e collaborato per l'organizzazione del primo maggio. La nostra dimensione è sempre stata sostanzialmente cittadina, cercando di riunire quelle sensibilità affini al nostro percorso. Abbiamo un po' questa pretesa, di essere punto di riferimento, ma non per arroganza: semplicemente, perché è il frutto di un lavoro di anni sulla città. È un lavoro che facciamo con passione, tenacia e forza, mettendoci anche i tanti sacrifici che ogni giorno facciamo per portare avanti la nostra realtà.
Avete nuovi progetti in cantiere?
Sì ci sono un po' di progetti in cantiere, qualcosa ovviamente da rielaborare e rivedere. A breve ci rivedremo proprio perché si torna al lavoro. Sicuramente ci saranno delle attività che saranno portate avanti, già presenti dall'anno scorso. Tra queste, il corso di scacchi e il mercatino. Poi per i nuovi progetti, l'idea è di costruirli insieme, sia nell'ideazione che nella realizzazione. Progetti che vanno costruiti sempre in maniera collegiale.
Marea potrebbe anche definirsi un "osservatorio privilegiato" sui giovani salernitani. Quali sono le cose su cui, dal livello locale e regionale, bisognerebbe agire con più tempestività?
Domanda complessa. In primis notiamo che c'è una spaccatura tra il mondo scolastico e universitario da quello del lavoro. Questo è vero per i giovani ma anche per lavoratori di altre età. Va fatto un ragionamento ampio: se non c'è lavoro si penalizza la vivibilità e c'è una spinta alla migrazione. Se si emigra e se ne vanno i giovani, la città è destinata a morire. Altra questione chiave al di là di quella lavorativa: la mancanza di spazi. Salerno non ha degli spazi liberi, pubblici, aperti a tutti, che possano essere sfruttati dai singoli, dalle associazioni e altri soggetti per poterne liberamente usufruire. C'è anche una questione ambientale. Tra queste
In merito alle tematiche da voi trattate, c'è stato anche uno scambio con le Istituzioni?
È imoprtante per noi avere un rapporto con le Istituzioni, in questo caso concreto con Palazzo di Città, perché siamo un'organizzazione che pone l'accento su determinati temi e che, al di là della critica costruttiva, tiene in considerazione il dialogo e il discorso. Per fare un esempio, abbiamo collaborato con sindacati e Comune per organizzare il Primo Maggio. Ancora, per l'ultima rassegna musicale - Il MercatelLive - organizzata in piazza a Mercatello di fronte la sede, abbiamo chiesto il patrocinio del Comune per poter essere inseriti nel calendario di Salerno Cultura. Lavoriamo sempre sulla stessa città, perciò ribadisco che è più utile per tutti la critica costruttiva e non la rottura e l'incomunicabilità a priori.