Gabriele è musicista, fotografo, videomaker. Ha 30 anni, è nato e cresciuto a Salerno e pochi giorni fa ha preparato la valigia e lasciato casa. Il 24 agosto ha preso la via della Germania, dopo aver provato in tutti i modi a costruirsi un futuro nella città che gli ha dato i natali. Ora è a Stoccarda e va a rimpinguare le fila dei tanti, tantissimi giovani salernitani che non vedono altra soluzione che migrare per poter avere delle opportunità e trovare stabilità. Un neo-expat che in quattro giorni, senza ancora conoscere il tedesco, è già riuscito a trovare un primo lavoro da freelance (regolarizzato) come fotografo. Ne parliamo insieme, di quali sono state le ragioni per andare via e cosa si aspetta dal futuro e dalla sua città natale, in un'intervista amara ma che mette a nudo alcune criticità che colpiscono violentemente sia la città che, in particolare, le giovani figlie e i giovani figli di Salerno.
Quando hai preso la decisione di andare via e qual è stata la ragione principale?
Ho deciso di andare a inizio Giugno e i motivi sono molteplici. Il primo motivo è stato quello lavorativo ed economico. Ho 30 anni e in italia e nello specifico al sud italia, sono abbastanza grande da vivere da solo, pagare le tasse e l’affitto ma non troppo da avere un contratto di lavoro retribuito in maniera dignitosa senza essere sfruttato o sottostare a condizioni lavorative priva di qualsivoglia diritto o garanzia. Questo dovuto principalmente al fatto che opportunità lavorative non ce ne sono e il costo della vita non è proporzionato agli stipendi ed ai compensi che si ricevono, Se e quando si ricevano…
Che sensazioni ed emozioni ti ha suscitato?
Inizialmente incredulità. Quasi non credevo di aver preso questa scelta ed effettivamente non te ne rendi conto fin quando l’aereo non si stacca da terra. Durante i mesi che sono intercorsi dalla decisione alla mia partenza ho provato uno spettro molto ampio di emozioni: Rabbia e frustrazione nell’aver preso questa scelta perchè non avrei voluto, perchè credo che nessuno vuole realmente lasciare la propria terra; Euforia ed eccitazione al pensiero dell’avventura che mi aspettava e infine tanta, tantissima tristezza perché tantissima gente come me è letteralmente costretta ad andare via perché l’Italia è al collasso economicamente, culturalemnte e politicamente e questa cosa in un paese “civile” non accettabile. Non più.
Perché proprio Stoccarda, Germania?
Ho scelto Stoccarda in maniera forzata. Uno dei miei migliori amici è emigrato a Stoccarda ormai 5 anni fa. Lavora, si è sposato e ha un bambino stupendo. È una grande fortuna averlo al mio fianco perché senza sarebbe stato sicuramente più difficile soprattutto in termini psicologici oltre al fatto che mi ospita fin quando non avrò la forza di prendere una casa da solo.
In trent'anni, tranne per una parentesi a Roma, hai sempre vissuto qui. C'erano delle speranze di creare un futuro qui?
Ho provato in tutti i modi a creare il mio futuro qui cercando di fare sempre le cose al meglio delle mie possibilità e ho sempre avuto speranza giustificando spesso, troppe volte, dinamiche e situazioni di questa città che proprio non andavano trovando sempre il lato positivo di tutte le cose. A volte però la speranza non è l’ultima a morire, spesso se ne va per prima. La non-cultura del lavoro di questa città, la totale disorganizzazione e mancanza dei servizi a volte anche essenziali e anche la mentalità dei cittadini mi ha fatto dire “io non merito tutto questo. Io so che valgo di più. Posso e devo meritare di più”
Tante persone care se ne sono andate via da qui. L'esperienza degli expat ha influito nella scelta di fare le valigie?
In passato io difendevo a spada tratta “quelli che restano" per il solito clichè che se tutti vanno via qui non rimane nessuno. Alla fine mi sono convinto che forse è giusto che sia cosi. Forse è necessario che nessuno rimanga. Quando sentivo le esperienze dei miei amici all’estero quasi non ascoltavo. Poi quando è scatta quella scintilla e ho iniziato a valutare la mia partenza, li ho iniziato ad essere influenzato e ad avere le orecchie tese. Evidentemente prima non volevo sentire. Quando il mio amico a Stoccarda mi ha spiegato nel dettaglio come funzionasse li vita e il lavoro non ci ho pensato due volte. Ho preso il biglietto solo andata dopo aver chiuso la video chiamata.
Com'è stato l'impatto con Stoccarda? Quali prime differenze sostanziali hai trovato?
Il primo impatto con Stoccarda l’ho avuto l’anno scorso quando venni a trovare il mio amico e forse da quel momento si è piantato il seme che mi avrebbe poi portato a fare le valigie. Volendo essere provocatori, tra Salerno e Stoccarda non possono esserci differenze perché non sono paragonabili. È come se in Italia il tempo di fosse fermato e il resto sia andato avanti. Le differenze sono abissali quasi incredibili ai miei occhi da cittadino del sud italia. Ci sono tutti i mezzi di trasporto: metro, tram, bus e funzionano tutti in maniera perfetta e con frequenza altissima. Qui si punta tutto sulle famiglie. La città è organizzata in modo da garantire ogni tipo di confort e servizio a bambini, mamme, papà famiglie in generale. Ma soprattutto quello che mi ha colpito è il modo in cui trascorrono il loro tempo libero. Qui c’è tantissimo verde e ogni occasione, ogni istante è buono per andare in uno dei tantissimi parchi della città, fare sport e allenarsi con le palestre pubbliche e accessibili nei parchi oppure prendere la tua bici o monopattino e andare in un Biergarten a bere una birra qualsiasi ora del giorno e della notte. Però durante la settimana, la città è semideserta proprio perchè in città la quasi totalità della popolazione lavora e quindi non si fa tardi la sera.
Per quello che hai vissuto in questi anni a Salerno, e anche dal sentire delle persone della nostra generazione, qual è la prospettiva di futuro a Salerno?
Assolutamente nessuna. Mi dispiace dirlo e ho il cuore a pezzi a dirlo ma purtroppo Salerno non ha alcuna possibilità di redenzione ne di risollevamento. Fin quando la classe politca e quella dirigente che dovrebbe pensare solo e unicamente al futuro e quindi ai giovani, continuerà a pensare solo esclusivamente ai propri interessi e a mettere due luci di dubbio gusto e qualità a natale, nulla potrà cambiare. Vedo solo un ulteriore svuotamento della città da parte dei giovani perché anche quelli che ci provano a costruirsi un futuro qui e provano a ritagliarsi il proprio spazio nel mondo a Salerno, prima o poi vengono fatti fuori. Perché non so per quale motivo ma ci vedono come una minaccia, come quelli che prima o poi ti rubano il lavoro e ti mandano in pensione.
Parti con l'idea di poter tornare, prima o poi?
Per ora l’idea di tornare non c’è. La cosa è ancora molto fresca. Tornerei solo per salutare e stare in compagnia dei miei amici. Ma probabilmente qualora dovessi tornare in Italia sicuramente non tornerei a Salerno ma andrei altrove. Mi auguro con tutto il cuore di ricredermi ed di essere smentito in futuro.
Cosa ti sentiresti di dire ad amministratori e politici?
Se continuate cosi rimarrete a governare un lembo di terra baciato dal mare completamente deserto e senza gente a cui chiedere voti. Metteteci nelle condizioni di non andare via dalle nostre case attraverso riforme del lavoro intelligenti e sensate e noi non andremo via. Metteteci nelle condizioni di credere nella formazione personale come opportunità concreta di vita e non un tentativo di avere un lavoro in futuro a condizioni indegne e noi non andremo all’estero. Mettetevi una mano sulla coscienza e chiedetevi se potevate fare di più. Se la vostra risposta è no, dimettetevi e cambiate mestiere.