Fonderie Pisano, primo stop per delocalizzazione: le riflessioni dei comitati

La nota dei rappresentanti: "Solo l’ultimo tassello, in ordine di tempo, di un mosaico aberrante"

fonderie pisano primo stop per delocalizzazione le riflessioni dei comitati
Salerno.  

Dopo il rigetto da parte della Regione Campania dell'l'istanza documentale presentata dalle Fonderie Pisano per la delocalizzazione dell'impianto da Fratte a Buccino "perché ritenuta inadeguata rispetto alle norme vigenti", arriva una riflessione da parte delle associzioni che da sempre si battono per la chiusura dell'impianto.

Per Paolo Fierro, vicepresidente dell'Associazione nazionale "Medicina Democratica", e Lorenzo Forte, presidente dell’Associazione Salute e Vita, si tratta di una notizia che "lascia l’amaro in bocca e ci dà conferma, ancora una volta, del sospetto che non ci sia una reale volontà a delocalizzare". 

In una lunga nota, i rappresentanti portano avanti due considerazioni.

"La prima è la celerità con cui la responsabile dell’ufficio addetto alle Valutazioni di Impatto Ambientale della Regione Campania, ha rigettato in poco più di una settimana la richiesta di verifica di assoggettabilità a VIA presentata.Questa solerzia lascia straniti perché inattesa: qualche anno fa, dopo la medesima richiesta, ma per l’attuale collocazione a Fratte, con gli stessi protagonisti, ovvero l’ufficio regionale e gli imprenditori Pisano, si verificava, al contrario, un notevole ritardo nell’emanare il provvedimento di accoglimento o di respingimento della VIA. L’incrocio del ritardo sovrapposto della domanda e del provvedimento conseguente, all’epoca destò sospetti e reazioni legali da parte nostra. Solo dopo una querela si ebbe l’emanazione di un provvedimento che non poteva che essere impiantato su un parere negativo", scrivono i rappresentanti delle associazioni.

Forte e Fierro, poi, puntano il dito contro: "il reale interesse della famiglia Pisano nel realizzare un impianto a norma di legge, addirittura di tecnologia d’avanguardia ed in un sito lontano da insediamenti abitativi, nell’area industriale di Buccino". 

"Ci appare infatti singolare che i noti imprenditori, che non si sono mai fatti mancare tecnici ed avvocati di prim’ordine per difendersi dai numerosi processi a loro carico, non siano riusciti a presentare un progetto credibile, che risulterebbe addirittura inadeguato, al punto che è stato bocciato dopo appena una manciata di giorni. - proseguono - A conti fatti, dopo diciotto anni dalla data prevista della delocalizzazione, siamo ancora punto e a capo: non si è fatto un solo passo in avanti per trasferire l’attività produttiva, addirittura per grossolani errori di formulazione delle domande di permessi".

Una situazione "vergognosa", per cui i rappresentanti delle associazioni esprimono "amarezza".

"Questo è solo l’ultimo tassello, in ordine di tempo, di un mosaico aberrante, che vede i cittadini ed i lavoratori vittime innocenti della stessa situazione". 

Ed infine un appello agli operai delle Fonderie Pisano: "Affinché ritrovino il coraggio di parlare e combattere al nostro fianco, liberandosi dal ricatto della scelta tra il diritto al lavoro e quello alla salute. Pertanto, come abbiamo già più volte affermato, nonostante la rassegnazione della popolazione e gli errori in buona ed in cattiva fede delle Istituzioni, noi non smetteremo mai di fare luce sugli episodi incresciosi che da troppi anni caratterizzano questa vicenda e chiederemo, ogni giorno, giustizia e verità, denunciando tempestivamente ogni possibile illecito", concludono Forte e Fierro.