Polemica a distanza tra la Fondazione Angelo Vassallo e il Comune di Pollica per lo sfratto dell’Ente dedicato al sindaco pescatore dal castello Capano di Pollica capoluogo. Nei giorni scorsi, infatti, Dario Vasallo, fratello del sindaco ucciso nel 2010 e presidente della Fondazione, ha accusato il Comune, retto dal sindaco Stefano Pisani, di averli "cacciati da un bene comune, comprato da un sindaco ucciso".
Alla base della discordia, la delibera approvata in Consiglio comunale lo scorso mese di ottobre con cui il Comune ha avviato il procedimento di revoca, sostenendo che "per oltre dieci anni la Fondazione non ha stipulato alcun contratto con il Comune e non ha utilizzato gli ambienti del castello Capano e che nulla ha prodotto neanche a seguito dell’avviso pubblico per l’affidamento degli spazi".
"Chiedo che la magistratura faccia chiarezza su come vengono spesi i soldi pubblici nel castello Capano estendendo l’occhio investigativo a Bologna e a Catania. Espulsi da una sede che mai abbiamo ricevuto, con la motivazione di non aver prodotto. È una vergogna istituzionale, è una vergogna politica. Il Partito di appartenenza di Angelo non può fare il distratto, altrimenti si diventa complici. È stato ucciso un sindaco, è stato ucciso lo Stato" aveva detto Vassallo nei giorni scorsi
Ma il sindaco di Pollica, Stefano Pisani, non ci sta e ribadisce: "Non abbiamo sfrattato nessuno dal castello. Abbiamo semplicemente constatato il disinteresse della Fondazione a svolgere attività in questo spazio visto che in 10 anni non si sono preoccupati neppure di chiederci le chiavi. Nonostante ciò, come forma di correttezza amministrativa, abbiamo avviato un procedimento, a cui non è seguita nessuna controdeduzione e per di più non hanno risposto neppure al successivo avviso per la pubblica evidenza".