"Da una preliminare lettura della sentenza del Tar emergono non poche perplessità nella valutazione delle argomentazioni poste dalla nostra associazione. Per questo motivo valutiamo appello al dispositivo". Il presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato, interviene a proposito del provvedimento giudiziario del tribunale amministrativo, che ha respinto il ricorso presentato dall'avvocato Pasquale D'Angiolillo per conto dell'associazione ambientalista e quello dell'Ente Riserve Naturali Foce Sele - Tanagro, Monti Eremita e Marzano.
Oggetto del contendere, il grande progetto "Intervento di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno nei Comuni di Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio, Agropoli", che prevede una serie di interventi ritenuti troppo impattanti da Legambiente.
"Salta all'occhio, tra le varie contraddizioni, da un lato, il riconoscimento da parte del Tar, come contestato da Legambiente, della durata della valutazione d'impatto ambientale (approvata ad aprile 2014 r scaduta nel 2019 per legge quinquennale) e, dall'altro, la contestazione di improcedibilità riguardo tale confutazione in quanto sarebbe stata formulata prima della scadenza del termine di legge. In ogni caso, è chiaro che, in virtù di quanto evidenziato, la Provincia di Salerno non potrà procedere alla sottoscrizione del contratto e all'avvio dei lavori senza aver prima reiterato la procedura di "Via" come testualmente stabilito dalla norma espressamente richiamata nella sentenza", si legge nella nota del sodalizio regionale.
"A prescindere dal pronunciamento oltre a prendere in considerazione il ricorso in appello, chiederemo da subito chiarimenti nelle sedi nazionali e comunitarie sulla legittimità di un intervento palesemente contraddittorio rispetto alle disposizioni vigenti in materia di tutela dei corpi idrici superficiali. Infatti, il progetto non poteva essere autorizzato in quanto determinante un deterioramento dello stato del corpo idrico superficiale in difformità rispetto alle disposizioni recate dalla direttiva quadro 2000/60/CE per l'azione comunitaria in materia di acque", la presa di posizione di Legambiente.