Covid-19 e crisi, Boccia: "Ripartire dallo spirito di Giffoni"

Il leader di Confindustria: "Ci salviamo grazie alla cultura, serve un nuovo piano Marshall"

covid 19 e crisi boccia ripartire dallo spirito di giffoni
Giffoni Valle Piana.  

Lo spirito di Giffoni per consentire all'Italia di ripartire. Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, prende a modello il festival del cinema per indicare la strada da seguire in questa fase di emergenza sanitaria. Il numero uno degli industriali è intervenuto in una Skype call con il direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi, esprimendo il proprio punto di vista sul momento che sta attraversando il Paese. «Abbiamo davanti a noi una guerra - ha spiegato Boccia - quella al virus e, poi, ne abbiamo un’altra da vincere in chiave economica. Ciascuno di noi, pur stando a casa, sta pensando alla ripartenza e sta progettando il futuro. È giusto essere preoccupati oggi, ma accanto alla preoccupazione ci vogliono resistenza e passione e non rabbia. Serve la cultura. Quella cultura che appartiene per esempio alla storia di Giffoni».

Difficoltà che, inevitabilmente, hanno travolto anche il mondo dell'economia, per il quale Confindustria ha una proposta: «Aiutiamo le imprese attraverso un fondo di garanzia che permetta alle banche di dare credito a breve. Le banche sostengono le imprese per i costi fissi minimi attraverso le garanzie di Stato. Questo debito di guerra si deve trasformare in un debito a trenta anni, proprio come accade nelle economie di guerra. Ne usciremo con più debito, ma sarà sostenibile e così trasformeremo la preoccupazione in speranza, dando una prospettiva al tessuto produttivo. La politica ha così la possibilità di intervenire con una soluzione intelligente, senza azzardi morali - ognuno pagherà quanto deve - per poi reagire e passare alla fase 2, quella della ripartenza».

La ripresa, però, dipenderà anche dalla capacità di agire in tempi rapidi. Per Boccia «serve un nuovo piano Marshall. Ce lo suggeriscono i nostri Padri Costituenti che all’articolo 1 scrivono che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, avendo perciò visto nel lavoro il primo fattore di coesione nazionale. Se non recuperiamo le ragioni del lavoro, che è progetto, sfida, sacrificio per il futuro, allora veniamo meno ai nostri fondamentali».

Ma nel corso della Skype call, il leader di Confindustria ha rimarcato anche il ruolo della cultura. «Ci salviamo grazie alla cultura che non è un fatto personale - spiega Boccia - Ma è quell’elemento che ha reso e rende l’Italia attrattiva agli occhi del mondo. Questa è l’Italia. Qualsiasi ricco quando lo diventa cerca di intercettare un prodotto italiano e dietro quel prodotto c’è cultura. La cultura ci salverà perché ci permetterà di differenziarci con una identità forte per aprirci sempre di più. Ci aiuterà a trasformare la preoccupazione in passione e progetto che diventa competenza e per essere competenti bisogna avere cultura. Sono fortemente convinto che il mondo dell’industria è parte integrante della cultura del Paese. Ed è per questo che dico che la cultura italiana sarà la chiave di volta della nostra ripresa».