"Come racconterò a mio figlio come è morto il nonno?"

L'amaro sfogo su Facebook del figlio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso nel 2010

Si va verso l'archiviazione delle indagini

Pollica.  

“Quante volte ho pensato a come raccontare a mio figlio la storia del nonno che non ha mai conosciuto, ma poi mi sono preoccupato del mancato senso di giustizia che gli avrebbe offerto e ho rimandato sperando a un lieto fine migliore e meno triste, anche perchè ho sempre confidato che la giustizia avrebbe fatto il suo corso, e sperato che potesse dare un significato migliore e un segno di speranza di vivere in una realtà dove la delinquenza prima o poi paga”. E' l'amaro sfogo che Antonio Vassallo, figlio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010 con nove colpi di pistola, affida alla sua pagina Facebook.

Il prossimo 13 febbraio scade infatti la proroga delle indagini sull'omicidio. Se tutto resta così com'è non ci sarà nessun colpevole per la morte del sindaco pescatore. “Ad Angelo junior con grande orgoglio potrò raccontargli che persona buona e straordinaria era, le cose belle che ha fatto, – continua Antonio – che non aveva paura di affrontare i cattivi anche di fronte ad un arma rischiando di perdere la vita, ma andando comunque avanti con i suoi valori e come è stato bello essere suo figlio.

Gli racconterò per quale motivo non l’ha mai conosciuto e gli dirò che dei cattivi l’hanno ucciso e quando mi chiederà se sono stati presi gli dovrò dire che ancora sono a piede libero e che le autorità competenti non sono state capaci di capire cosa sia successo e purtroppo non sono neanche capaci di andare avanti con le indagini per scoprire la verità.

Certo, è una storia che avrà poco di bello da insegnargli – continua Antonio Vassallo - e per il momento mi fermerò qui per non dirgli quello che penso veramente anche perché vorrei che lui crescesse con un senso di positività e pensasse che la vita è bella proprio come nel film dove il papà racconta una bugia al figlio pur di non farlo spaventare agli orrori dell’olocausto e gli dirò che nella vita il male perderà sempre non come succede nella realtà”. Una lettera che esprime tutto il rammarico e il dolore dei familiari per l'ormai imminente archiviazione del caso.

Redazione Salerno