Così ho salvato cinque ragazzi che stavano per annegare

Un bagnino racconta. Se pensi e non ti tuffi sono già morti

Centola.  

“Devi lanciarti in acqua senza pensare”, chissà cosa passa nella mente di chi in pochi secondi si trova a decidere cosa fare per salvare degli sconosciuti in difficoltà, rischiando la propria vita. Bagnini, molto spesso arruolati solo per una stagione, molto spesso giovanissimi e che si sono trovati quasi per caso a fare questo lavoro.

Marco Iuliano, 29enne di Laurito, paesino del Cilento, laureato in scienze dell'amministrazione nei mesi estivi fa il guardia spiagge sul litorale di Palinuro, in località Le Dune. Proprio la stessa spiaggia dove nell'agosto del 2013 perse la vita l'avvocato Giuseppe Paladino, che annegò dopo aver salvato alcuni bagnanti tuffatisi in acqua nonostante il divieto. Queste spiagge dai fondali bassi e sabbiosi sono spesso insidiose, le correnti sono molto forti e quando il mare è mosso possono diventare una trappola infernale.

“Devi lanciarti in acqua senza pensare, è l'unico modo – racconta Marco. Molto spesso le persone in difficoltà si fanno prendere dal panico e per questo bisogna mantenere sempre alta la concentrazione e il sangue freddo. Si tratta perlopiù di ragazzi che si avventurano in mare nonostante la bandiera rossa e il divieto a causa del mare mosso”. Una volta trascinati dalla corrente si stancano non riuscendo a rientrare, si agitano e, quando subentra il panico, le cose si fanno pericolose.

“Qualche settimana fa ho salvato, insieme a dei colleghi, cinque ragazzi che stavano per annegare – racconta Marco -. Il mare era molto mosso, agitato dal maestrale, così i ragazzi erano stati trascinati a largo e si sbracciavano per attirare la nostra attenzione chiedendo aiuto.

Io di solito impedisco alle persone di entrare in acqua quando è issata la bandiera rossa, ma non tutti ci ascoltano. Ero solo in spiaggia e mi sono buttato in acqua per trarli in salvo, ma erano troppi per soccorrerli da solo, così sono venuti ad aiutarmi anche altri due bagnini di due lidi vicini a quello dove lavoro. Li abbiamo raggiunti e riportati a riva sani e salvi. I bagnanti soccorsi ci hanno ringraziati, erano molto spaventati, ma fortunatamente tutto si è concluso per il meglio”.  

Sara Botte